Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 4 gennaio 2019 vedono arrivare conferme dalla maggioranza in merito alla decisione di proseguire con nuovi risparmi sulla politica, dopo il taglio ai vitalizi ed alle pensioni d'oro. Nel frattempo dall'opposizione si mettono in dubbio le promesse del Governo in merito all'innalzamento degli assegni minimi, alla quota 100 ed alle pensioni di cittadinanza, mentre si appoggiano i sindacati sulle richieste riguardanti le mancate rivalutazioni degli assegni. Infine, dai Comitati si mettono in guardia le lavoratrici contro la mancanza di certezze rispetto ai fondi stanziati per le nuove misure previdenziali e di welfare.

Patuanelli (M5S) interviene sul taglio agli stipendi dei parlamentari

Dal M5S si conferma la volontà di proseguire con "la lotta agli sprechi ed ai costi della politica" considerata "da sempre nel DNA" del Movimento. Lo afferma il Senatore Stefano Patuanelli, specificando che questo impegno proseguirà anche nel corso del nuovo anno. Dopo aver tagliato vitalizi e pensioni d'oro "adesso andiamo avanti sforbiciando stipendi e numero dei parlamentari". Secondo l'esponente pentastellato non si tratta solo di un risparmio, ma anche di "una questione di giustizia sociale" mentre "i risparmi saranno investiti in istruzione, asili e servizi per i cittadini. Il vero privilegio è rappresentare il popolo.

Per tutti gli altri privilegi, davvero non c'è più posto".

Pensioni e aumento delle minime, per Damiano (PD) è impossibile

Dal Partito Democratico emergono invece nuove critiche alle ultime dichiarazioni del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio. "Se promette tra febbraio e marzo la pensione di cittadinanza a 780 euro, deve anche spiegarci dove trova gli oltre 12 miliardi necessari per fare questa operazione" ha evidenziato Cesare Damiano, ricordando che i conti dell'operazione: "Fino a 500 euro al mese ci sono più di 2 milioni di pensionati che hanno un assegno medio di 3.400 euro all'anno.

Bisogna portarli a 9.360 euro (780 x 12)". L'esponente Dem prosegue spiegando che "aggiungere circa 6mila euro all'anno a più di 2 milioni di persone costa 12 miliardi. Di Maio ci spieghi dove c'è lo stanziamento nella legge di Bilancio. Non ce lo può dire perché non c'è: inoltre, bisognerebbe aggiungere le risorse per il Reddito di cittadinanza".

Sulla base di queste premesse, Damiano parla quindi di "un imbroglio contabile" e si dice sicuro che "la Ragioneria dello Stato non sarà complice di una truffa di Bilancio".

Da Fornaro (Leu) sostegno a pensionati e sindacati

Anche da Liberi e Uguali si promette "pieno sostegno ai pensionati che in questi giorni stanno organizzando in molte città italiane manifestazioni di protesta contro la legge di Bilancio appena approvata". Secondo l'On. Federico Fornaro, "il Governo del cosiddetto cambiamento era partito per colpire i privilegi e ha finito per bloccare l'indicizzazione delle pensioni a partire da 1.500 euro lordi". Si tratta però di "una scelta iniqua dettata unicamente dall'esigenza di fare cassa, oltre 2 miliardi nel triennio, avvenuta al di fuori di un confronto con i sindacati".

Per questo motivo, "LeU proseguirà in Parlamento una battaglia a difesa dei diritti dei pensionati che in questi anni hanno già dato molto al risanamento della finanza pubblica", ha concluso il Parlamentare.

Armiliato (CODS): i fondi per le misure pensionistiche e per il reddito di cittadinanza non sono blindati

"Chi ha letto il testo della manovra pubblicato in Gazzetta Ufficiale" ha compreso che "i fondi allocati per realizzare il Reddito di Cittadinanza e/o le misure pensionistiche annunciate non sono blindati, ma possono essere all’occorrenza utilizzati fra questi provvedimenti, con il concetto dei vasi comunicanti". Lo evidenzia la fondatrice del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato, sottolineando che "mentre Quota 100 va in direzione del cancellare/superare la legge Monti/Fornero, così come sbandierato dalle forze componenti la maggioranza di Governo, la misura dell’Opzione Donna invece non ottempererebbe a questo scopo, poiché la Monti/Fornero l’aveva già salvaguardata lasciandola attiva" quindi "va da sé che se sarà necessario sacrificarla rispetto ai tempi di attuazione delle altre misure, non ci sarà nessuno che si opporrà per garantirne l’immediatezza".

Così, l'amministratrice del Comitato ha concluso ricordando che già una volta l'esecutivo non ha tenuto in debito conto la platea femminile, ad esempio "non includendo il riconoscimento del lavoro di cura".