"Ora tocca a loro e pop-corn per tutti". In un dibattito politico sempre più caratterizzato da immagini culinarie, questo, riporta Repubblica, il commento attribuito a Matteo Renzi sull'esito delle elezioni del 4 marzo, una chiosa che pare essere una guida verbale ad errori fattuali della linea dettata al Pd dall'ex-segretario, errori che hanno condotto infine alla nascita di un'alleanza Lega-M5S.

Sinossi di uno stallo politico

"Altro che stare a guardare con i pop-corn in mano davanti a un governo M5S-Lega": così, riporta ancora Repubblica, ha scritto Maurizio Martina, reggente del Pd, su Facebook, criticando appunto l'uscita attribuita all'ex-segretario.

E dunque la linea che questi sembra aver dettato per il Partito democratico. Sì, perché in effetti è questo il comando che Renzi sembra aver impartito da subito, in seguito all'esito elettorale, alla macchina dei dem: Aventino, opposizione 'nuda e cruda'. Questo il comando che ha impartito ancorché non fosse più il segretario. Se si pensa, in altre parole, che un segretario dimissionario non possa, per ragioni prima di tutto logiche, dettare la linea Politica di un partito per il fatto stesso di essere dimissionario ebbene ci si deve ricredere: ciò è quanto avvenuto dopo il 4 marzo in casa Pd. Dove il caos ha regnato sovrano per mesi, nella pletora di posizioni discordanti dei 'big'. Senonché Renzi, dopo aver dettato la linea del partito, si era chiuso in un silenzio che aveva l'aria di essere alquanto sdegnato per l'esito elettorale, quasi che fosse colpa dei cittadini il risultato disastroso di un voto che ha significato un tracollo di consensi per il partito, un silenzio che ha rotto solo non molti giorni fa.

Da Fabio Fazio. Infatti, è dalla poltrona di Che tempo che fa che Renzi ha stabilito, nuovamente, la linea del partito: sì al dialogo con il M5S, ma mai al governo con loro. Una linea che, seppur di nuovo osteggiata a mezza voce dagli altri esponenti di punta dem , ha trionfato un'altra volta. Spiegando, in ultima analisi, la nascita dell'attuale alleanza tra Lega e pentastellati.

Vittoria o sconfitta?

Sembra, ripercorrendo i tratti salienti delle vicende di questi ultimi due mesi in casa Pd, che Renzi abbia solo e soltanto vinto nei confronti del suo partito. Ma la domanda è: si tratta davvero di successi? Sul lungo periodo, ciò è discutibile. Infatti, un effetto dell'imporsi della sua linea è stato certamente di spingere il M5S verso la Lega.

In un certo senso, Renzi è stato il sindaco di un matrimonio civile tra Salvini e Di Maio. Perché, semplicemente, negando al Pd l'abbraccio (mortale, però) con il M5S, ha permesso appunto lo sposalizio tra due formazioni politiche 'sovraniste' . Una compagine dalla stabile struttura democratica, come è il Pd, avrebbe potuto smussare le asperità populiste ed euroscettiche del M5S. Che invece potrebbero essere affilate dal patto con la Lega. Dinanzi a ciò, come non si può non vedere qui un'irresponsabilità del Pd, che è poi un vero fallimento della linea renziana?