Si stanno per accendere i riflettori sui Mondiali di Calcio 2018, uno dei più grandi e rinomati eventi sportivi che coinvolge milioni di spettatori in ogni angolo del pianeta e riaccende in ognuno di noi, per circa un mese, quel senso di appartenenza e orgoglio alla madre patria troppo spesso dimenticato. In seguito alla mancata qualificazione della nazionale, quest'anno noi Italiani saremo spettatori passivi della kermesse che non ci vedrà, come di solito, protagonisti e portatori orgogliosi della bandiera nazionale. Spettatori dell'evento, quindi, ma anche di tutto quello che succede attorno ad esso.

La Russia di Putin e le 11 città che ospiteranno i gironi e le varie squadre nazionali provenienti da tutto il mondo si stanno preparando al meglio per offrire ospitalità, servizi e, come di norma, livelli di sicurezza efficienti.

Nella città di Rostov, tuttavia, sicurezza sembra fare rima con intolleranza e inadeguatezza rispetto ai tempi in cui viviamo; è stato decretato, infatti, che gruppi di Cosacchi, organo paramilitare impiegato per garantire l'ordine pubblico nelle città di Russia, pattuglieranno la città in questione per garantire il rispetto della norma contro la "propaganda gay", ossia l'evidente rimostranza di comportamenti di natura omosessuale di fronte a minori.

Durante tutta la durata dell'evento, le forze di polizia russe verranno affiancate da questi "squadroni" paramilitari capitanati dal loro leader Oleg Barannikov, il quale ha dichiarato che "Se vediamo due uomini baciarsi, lo comunichiamo alla polizia, poi spetterà a loro decidere cosa fare".

Delle vere e proprie pattuglie anti-gay che monitoreranno ogni strada ed angolo della città pronte a impedire qualsiasi tipo di comportamento ritenuto inappropriato, secondo la legge vigente, e a preservare l'immagine della rigorosa e immacolata madre patria.

E' ormai nota la posizione che la Russia ha sempre avuto in tema di diritti civili e in particolare nei confronti delle minoranze e della comunità omosessuale; escalation di intolleranza da parte di istituzioni e non solo, ne hanno fatto uno dei paesi più arretrati e profondamente conservatori sul tema delle unioni gay.

La legge prevede che sia vietata ogni forma di "propaganda" omosessuale nei confronti dei minori, ciò significa che ogni contatto tra due uomini o due donne ritenuto inappropriato, che sia un bacio o il tenersi per mano, possa essere punito e multato in funzione proprio di un possibile danno all'immagine dei valori sociali e religiosi cattolico-ortodossi, profondamente radicati.

La legge è un velato escamotage per vietare alle persone omosessuali di poter esprimere la propria persona in pubblico ed evitare, quindi, la "normalizzazione" dell'omosessualità o delle relazioni gay, demonizzando qualsiasi tipo di atteggiamento affettuoso nei confronti di un altra persona. Nel 2013, con la maggioranza pressochè assoluta in Parlamento, Putin varò questa legge a livello nazionale che prevede, tra le altre cose, il divieto di parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay, mettendo al bando e vietando preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di "propaganda gay".

La campagna della UEFA contro la discriminazione

Già dal lontano 2001 la campagna per eliminare razzismo, discriminazione e intolleranza dal calcio è diventata una priorità per la UEFA, soprattutto negli ultimi anni e durante tutte le più grandi manifestazioni calcistiche presiedute dall'organizzazione. Grazie alla collaborazione con la rete FARE, gruppi che lavorano contro ogni forma di intolleranza e discriminazione in giro per il mondo, l'organo amministrativo del calcio si impegna a trasmettere e garantire valori di rispetto del prossimo e tolleranza zero per chi non li rispetta.

Ogni anno, la terza giornata della Champions League e della Europa League sottolinea la lotta contro il razzismo e tutte le forme di discriminazione negli stadi di calcio in tutta Europa, e la UEFA dà il suo pieno sostegno alla più grande campagna anti-discriminazione del continente: la Action Week FARE.

Questo è un atto di tolleranza e di unione, anche nelle diversità, che il mondo dello sport deve rappresentare oggi più che mai. La Coppa del Mondo di calcio diventa quindi la massima espressione dell'unione dei popoli e la UEFA si impegna da sempre a far si che ciò avvenga nel pieno rispetto delle diversità e delle affinità reciproche.

Diventa quindi un controsenso e un risvolto tristemente amaro il fatto che, proprio il paese ospitante della manifestazione, non rispetti quei valori che dallo sport si trasmettono alla società come sinonimo di tolleranza e progresso sociale. La legge che obbliga le persone appartenenti alle comunità LGBT a non poter vivere serenamente la propria vita ed essere messe sotto accusa per comportamenti del tutto normali, fa della Russia un paese intollerante e non rispettoso di quei valori che il Campionato del Mondo di calcio 2018 dovrebbe portare con se e rappresentare per l'intero pianeta.

Le Action Week FARE, ogni anno, sottolineano anche la risoluzione anti-razzismo adottata al XXXVII Congresso Ordinario UEFA a Londra nel maggio 2013, quando le federazioni affiliate all'unione calcistica sono state invitate a fare un passo avanti negli sforzi per eliminare il razzismo e a imporre condanne più severe nei confronti di comportamenti razzisti. La UEFA stessa ha anche rivisto i propri regolamenti disciplinari per includere condanne più severe contro il razzismo e le intolleranze di ogni genere. Le misure hanno lo scopo di lottare efficacemente contro i comportamenti razzisti durante le parite di calcio in linea con la politica di tolleranza zero dell'organizzazione.

Ciò che sta mettendo in campo la UEFA è sicuramente un comportamento lodevole e necessario ad abbattere le barriere di ignoranza che caratterizzano, purtroppo, in maniera ancora significativa il mondo dello sport e non solo.

Dalla metà di giugno, quando Putin presiederà all'inaugurazione dell'evento e per tutta la durata dei Mondiali, la speranza è che tali valori non rimangano solo all'interno degli stadi di Russia ma inondino le strade e le città per portare, nel loro piccolo, un messaggio di tolleranza e rispetto a cui tutti hanno diritto.