Mentre in questi giorni gli italiani sono stati impegnati dalle forti nevicate e dalla campagna elettorale, il presidente russo Vladimir Putin durante l'annuale discorso al Parlamento, ha presentato le nuove armi nucleari in "risposta" ad azioni di altri paesi facilmente intuibili e contro eventuali minacce contro la Russia.

La risposta a una provocazione

Dopo essersi schierato contro le dure sanzioni contro la Corea Del Nord da parte degli USA, Putin teme l'avanzata americana nel campo della politica estera e della ricerca anti-missilistica balistica.

La preoccupazione del Premier russo verte sul fatto che gli USA, dichiarando che entro i prossimi 5 anni costruiranno un sistema anti-missile balistico impenetrabile, vogliano dare prova al mondo di essere inattaccabili, così da dettare legge in materia politica e militare.

La dichiarazione degli Usa è probabilmente dovuta al nuovo indirizzo diplomatico adottato dalla Casa Bianca. La linea del presidente Trump si rivela, infatti, meno tollerante nei confronti dei paesi ostili e neutrali.

La campagna elettorale e le prossime elezioni

Putin sapendo di essere in piena campagna elettorale e di avere già le elezioni in pugno, (la sua popolarità è stimata intorno al 53%) annuncia, senza suscitare troppe polemiche, di aver fatto costruire un missile nucleare molto potente, forse il più potente, e un drone sommergile anch'esso a motore nucleare.

Tutto ciò ci porta a capire che il capo del Cremlino voglia sedersi al più presto al tavolo dei negoziati per evitare ulteriori provocazioni ed evitare di prendere precauzioni inevitabili per difendere la propria Nazione, così facendo dà ancora una volta prova che la Russia in campo militare non è seconda a nessuno e che da un punto di vista di politica estera e interna, si pone a salvaguardia della propria identità nazionale e degli indigenti, come da lui affermato, che purtroppo in Russia, come in altre parti del mondo sono ancora molti.

Fortunatamente con il Premier sono diminuiti del 50%.

Da tenere presente ancora una volta la diplomazia di Putin che mitiga tali dichiarazioni presentandole durante la campagna elettorale, così da non suscitare proteste da parte degli oppositori e delle altre potenze mondiali. È da ricordare l'atteggiamento diplomatico del presidente anche di fronte all'abbattimento del caccia russo durante il conflitto in Siria, o i tentativi di riappacificazione fra Ankara e Damasco, storicamente nemiche per ragioni culturali e religiose.