Saranno giornate, forse settimane, frenetiche quelle che attendono la scena politica del nostro paese. Le consultazioni con il capo dello stato Sergio Mattarella, che dovranno portare al 1° governo della XVIII legislatura della Repubblica, non sono ancora iniziate, ma i botta e risposta tra i protagonisti del parlamento giungono in continuazione ai media.

Ormai è noto che le principali forze del parlamento sono due. Una è il movimento 5 stelle, indiscutibilmente primo partito nazionale. La seconda è la coalizione di centrodestra in cui è spiccata la Lega di Matteo Salvini, a sorpresa primo partito della coalizione stessa.

Da allora i pronostici più quotati hanno dato possibile un’alleanza Lega-5 Stelle; ma Salvini deve tenere conto anche del resto della sua coalizione, che invece vorrebbe trovare i numeri per un governo da assoluti protagonisti, mentre si fa strada l’idea che siano proprio gli alleati di coalizione a entrare in un governo a maggioranza giallo-verde.

Di Maio: 'Il premier lo farò io'

È di ieri l’esternazione di Luigi Di Maio che, forte del risultato elettorale pentastellato, rivendica la volontà di fare il premier. Una convinzione non condivisa da Salvini che asserisce che Di Maio se ne dovrà fare una ragione: "Come coalizione siamo arrivati primi e ci spetta il diritto di indicare a Mattarella un nome come premier".

Non necessariamente se stesso quindi. Il leader della Lega infatti potrebbe aspirare anche a ministeri importanti come il Viminale. L’importante, come spesso ribadisce, è che vengano rispettati i cardini del suo programma: cancellazione legge Fornero, difesa confini e lotta all’immigrazione clandestina.

Lealtà a Berlusconi

Ma Salvini rilancia e, pur continuando a cercare accordi con il Movimento, giura lealtà alla coalizione e a Forza Italia.

“Abbiamo vinto come coalizione, resteremo uniti anche nel governo. Non accettiamo alcun veto dai 5 Stelle. Abbiamo già fatto un passo indietro per le Camere, non si può sempre tornare indietro”. Salvini respinge anche l’idea di una unione Movimento-Partito Democratico. Il leader del Carroccio dice di non aspirare a tornare alle urne, ma le possibilità al momento sono al 50%.

Un testa o croce insomma.

In proposito interviene anche Antonio Tajani, che rivendica il risultato ottenuto da Forza Italia, rimarcando che senza FI non si possa andare da nessuna parte. Tajani ci va giù duro, asserendo che la base del governo sarà di centrodestra e saranno gli altri a doverli sostenere. Poi sarà Mattarella a fare le sue valutazioni. Il premier che verrà indicato dalla coalizione, come da accordi, sarà Salvini; spetterà a lui poi tessere le trame per eventuali alleanze o alternative.