Tra poco più di un mese in Italia si festeggerà il 25 aprile, Festa della Liberazione, e qualcuno ha già cominciato a pensarci facendo domande ad hoc ai politici. Salvini in una recente intervista ha dichiarato che se dovesse diventare premier scenderà in piazza il 25 aprile per festeggiare insieme a tutti gli altri: "Certo, sarà mio dovere esserci" dichiara il leader della Lega.

Crosetto di Fratelli d'Italia è stato il primo

In una diretta TV Crosetto, candidato e coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia, si è detto vicino con il cuore alla manifestazione antifascista organizzata dalla sinistra a Roma la settimana scorsa.

La sua dichiarazione non è passata inosservata e ha destato critiche e preoccupazioni all'interno del partito della Meloni. Schifone, di FDI, si dichiara contrario alle affermazioni di Crosetto bollandole come personali e non del partito, anzi aggiungendo che si tratta di esternazioni inopportune. "Probabilmente Crosetto non si è accorto di essere il coordinatore di un partito che ha la Fiamma nel simbolo, un partito di pacificazione e dunque contrario all'odio che quella manifestazione propugnava. Detto questo però non bisogna neppure cadere nella trappola degli opposti estremismi degli anni di piombo" dichiara Schifone.

Per quanto riguarda la Lega, in realtà, le sue connotazioni sono antifasciste dalla nascita, ovvero già dalla gestione di Bossi.

Nel 1994, al corteo che organizzò la Lega Nord, alcuni esponenti leghisti vennero bastonati da alcuni partigiani e affini: "Le manifestazioni del popolo sono così, è normale che un po' di confusione ci sia. Noi siamo antifascisti" disse Bossi. Tanto che l'anno seguente Lega e Anpi tornarono a sfilare insieme e nessuno ebbe qualcosa da obiettare, probabilmente le parole di Bossi sdoganarono il suo movimento agli occhi dei comunisti.

I rapporti tra Lega e antifascismo

La biografia dei fondatori del partito della Padania li unisce inesorabilmente al mondo antifascista. La Lega Nord è stata fondata da Umberto Bossi che, negli anni '70 era un tesserato dell'allora Partito Comunista Italiano della sezione di Verghera; in quegli anni aiutò il partito finanziariamente vendendo quadri per sostenere le vittime di Pinochet. Anche Maroni però ha un curriculum antifascista, in gioventù di ideologia marxista-leninista e poi fino alla fine degli anni 70, comunista militante di Democrazia Proletaria.