21:48 - Nella giornata di oggi Matteo Salvini ha proposto al Movimento 5 Stelle e a Luigi Di Maio di realizzare un governo di scopo che possa traghettare il Paese verso le prossime elezioni - che si terrebbero entro dicembre 2018 - con l'obiettivo di fare alcune cose che possano raccogliere consensi tra gli italiani. La proposta del leader del Carroccio però, non sembra aver trovato il favore del Movimento 5 Stelle, con i grillini che hanno rispedito al mittente il 'corteggiamento' leghista, invocando la piazza nel caso in cui si dovesse arrivare a formare un governo di tregua.

Da parte del M5S dunque, è evidente un cambio di linea: dal momento in cui ci si è resi conto dell'impossibilità di formare un governo del cambiamento a guida Di Maio, il Movimento è tornato ad essere un partito di lotta, rievocando temi come l'uscita dell'euro. I 5 Stelle dunque si preparano per il ritorno alle urne, ponendosi all'opposizione di qualsivoglia governo vada a nascere nelle prossime settimane.

20:40 - In casa PD nel frattempo si inizia a prendere in considerazione l'ipotesi di dover fare i conti con elezioni anticipate: una prospettiva che di certo non esalta Matteo Renzi, consapevole del fatto che il Partito Democratico avrebbe bisogno di più tempo a disposizione per riorganizzarsi, prima di presentarsi nuovamente al voto.

I veti incrociati delle varie forze politiche però, hanno fatto finire il Paese in una situazione di stallo che si protrae dallo scorso 4 marzo. Dopo le consultazioni di che andranno in scena lunedì prossimo, Sergio Matterella potrebbe giocarsi l'ultima carta, quella del cosiddetto governo di tregua, ma se - come sembra - anche questo esecutivo non dovesse avere i numeri in Parlamento, lo spettro di elezioni anticipate si farebbe sempre più concreto.

In tal senso dunque, in caso di ritorno anticipato alle urne, Matteo Renzi - secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, starebbe valutando la possibilità di proporre Paolo Gentiloni come candidato premier alle prossime elezioni politiche. Con la candidatura dell'attuale Presidente del Consiglio in carica, il PD avrebbe la possibilità di stringere un'alleanza con Liberi e Uguali, raggiungendo al contempo anche un altro obiettivo: vale a dire quello di non bruciare altre figure che, nella testa di Renzi, potrebbe risultare utili più avanti, ossia quando i dem potranno avere maggiori aspirazioni di successo.

20:22 - Nelle ultime ore c'è da registrare la svolta di Matteo Salvini che per la prima volta ha aperto ad un governo di scopo, a patto che si tratti di un esecutivo di natura Politica, senza la presenza di tecnici. Si tratta di una svolta concordata dal leader del Carroccio con Silvio Berlusconi, con l'obiettivo di traghettare il Paese verso nuove elezioni.

19:32 - Anche oggi Luigi Di Maio ha negato ogni possibilità di appoggio da parte del Movimento 5 Stelle ad un governo di 'tregua', definendo 'traditori del popolo' quei partiti che sono disposti ad appoggiare un esecutivo del genere.

18:47 - Se l'ultimo tentativo di Matteo Salvini di convincere Luigi Di Maio ad appoggiare la coalizione di centrodestra dovesse naufragare, a quel punto il Presidente Mattarella sarebbe costretto a giocarsi la carta del Governo del Presidente: una formula che sia la Lega sia il M5S hanno più volte ribadito di non voler appoggiare.

18:30 - Dunque Salvini ha proposto a Di Maio di formare un governo targato centrodestra-M5S, con il leader del Carroccio che ha posto un limite temporale ben preciso - l'esecutivo non andrebbe oltre dicembre 2018 - proponendo al numero uno dei grillini di fare poche cose, ma fatte bene. L'offerta di governo al M5S prevede sostanzialmente la realizzazione di due punti:

  • Una legge elettorale sul modello di quella utilizzata per le elezioni regionali
  • Una manovra finalizzata ad impedire l'aumento dell'Iva e delle accise

18:21 - Matteo Salvini inoltre ha apertamente escluso la possibilità di appoggiare un qualsivoglia governo tecnico, lanciando una nuova offerta al Movimento 5 Stelle: governare insieme fino a dicembre, portando il Paese alle elezioni.

L'obiettivo del leader del Carroccio inoltre, è quello di lasciare fuori dai giochi di governo il Partito Democratico di Matteo Renzi, allontanando anche quella che rappresenta un'opzione per Silvio Berlusconi: ossia formare il governo con l'appoggio del PD renziano. Salvini però, su questo punto è sempre stato chiaro: mai un governo con i dem.

17:47 - In queste ore il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in vista delle consultazioni di lunedì, sta studiando le varie ipotesi per uscire dallo stallo che caratterizza la scena politica italiana dal 4 marzo. Tra le ipotesi in campo, c'è quella di affidare l'incarico a Matteo Salvini, leader della Lega e della coalizione di centrodestra.

In tal senso, l'idea del leader del Carroccio, ribadita anche in queste ore, sarebbe quella di provare a realizzare un governo di scopo con il Movimento 5 Stelle, che abbia un orizzonte temporale ben preciso: vale a dire quello di portare il Paese al voto entro dicembre 2018. In queste ore Salvini avrebbe anche confidato di avere già in mente un nome da proporre a Mattarella per guidare un esecutivo M5S-Centrodestra: una figura che provenga dal campo del centrodestra, ma che non sia necessariamente leghista. Il progetto del leader del Carroccio però, sembra scontrarsi con la volontà dei grillini che in più di un'occasione hanno ribadito la loro contrarietà a partecipare ad un governo che preveda la presenza di Forza Italia e di Silvio Berlusconi.

Un'alleanza del genere infatti, secondo Di Maio, non potrebbe mai generare quel governo del cambiamento di cui necessita il Paese. Dunque, al di là della proposta di Matteo Salvini, la strada per la formazione di un nuovo esecutivo resta in salita.

16:50 - Nella giornata di oggi c'è da registrare il brusco cambio di comportamento da parte del Movimento 5 Stelle: la sensazione è che, una volta compresa l'impossibilità di andare al governo e dunque, di dimostrare agli italiani di essere in grado di assumersi anche la responsabilità di guidare il Paese, i grillini siano tornati ad essere un partito di lotta. Le parole rilasciate da Beppe Grillo a Putsh - nelle quali torna a parlare di un referendum per l'uscita dall'euro - vanno in assoluta controtendenza rispetto a quanto dichiarato da Luigi Di Maio nelle scorse settimane, quando il leader dei grillini sembrava aver compiuto un passo deciso verso l'europeismo.

Di certo, l'intervento di Grillo non è stato casuale: il Movimento 5 Stelle teme di poter essere scavalcato da Matteo Salvini su alcuni temi - quali la lotta ai 'poteri forti' dell'Europa - e, a livello elettorale, un prezzo del genere, se inizialmente poteva essere considerato giusto da pagare in quanto avrebbe portato alla guida del governo, ora viene ritenuto troppo salato per chi rischia di restare ancora una volta all'opposizione.

16:40 - Nel pomeriggio Di Maio si è recato alla Camera dei Deputati e, rispondendo alle domande dei cronisti presenti, ha dichiarato: "Escludere il M5s dal governo significherà chiamare in causa ancora una volta i cittadini: noi l'abbiamo fatto chiedendo il voto subito, ma è chiaro che a quel punto il M5S possa pensare di chiamare in causa i cittadini anche in altri modi...".

16:25 - Dopo le dure parole di Matteo Renzi nei confronti del Movimento 5 Stelle, è arrivata la replica del ministro della Cultura Dario Franceshini, il quale ha dichiarato: "Credo che la riflessione di Renzi sia superficiale e sbagliata. Proprio il fatto che Grillo e 5 Stelle tornino, fallita una prospettiva di governo e avvicinandosi le elezioni, ai toni populisti e estremisti, dimostra che avremmo dovuto accettare la sfida di un dialogo, rapportandosi con la realtà di una azione di governo reale che non si affronta con grida e slogan". Dunque, a poche ore dalla direzione del PD, tornano ad esserci le prime divisioni tra i dem, con la tregua di ieri che sembra già essere un ricordo.

14:10 - Dopo il post pubblicato sui social da Matteo Renzi, il livello dello scontro tra PD e M5S ha raggiunto un livello superiore, rendendo ancor più difficile il compito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Difficile ipotizzare che dem e grillini possano far parte dello stesso governo, anche se si trattasse di un esecutivo del Presidente.

13:52 - Matteo Renzi torna a parlare e lo fa tramite i suoi account social, sferrando un duro attacco nei confronti del Movimento 5 Stelle. Il leader del Partito Democratico si dice orgoglioso di aver contribuito ad evitare l'accordo tra il PD e i 5 Stelle.

12.27 - Intervistato in esclusiva dal sito e mensile francese Putsh, Beppe Grillo è tornato a parlare dell'Euro: "Ho proposto un referendum per la zona euro e voglio che il popolo italiano possa esprimersi in merito".

12:19 - In caso di elezioni anticipate, Luigi Di Maio potrebbe decidere di eliminare il vincolo dei due mandati, eliminando di fatto uno dei dogmi del Movimento 5 Stelle fin dalla sua nascita.

- 11:55 - Nella giornata di lunedì Matteo Salvini si presenterà alle consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una linea ben chiara in mente: il leader del Carroccio infatti, rivendicherà per sé l'incarico politico, sgombrando il campo da ipotesi alternative come poteva essere quella di Giancarlo Giorgetti. Il segretario della Lega vuole metterci la faccia in prima persona, chiedendo al Capo dello Stato di cercare i numeri in Parlamento, illustrando un programma ben preciso. Se Di Maio dovesse cambiare idea, l'opzione del M5S resta la prima, ma in alternativa Salvini proverà a cercare i singoli 'responsabili', escludendo qualsiasi tipo di convergenza con il Partito Democratico di Matteo Renzi.

11:02 - In questo momento la sensazione è che Luigi Di Maio ed il Movimento 5 Stelle si sentano in qualche modo già all'opposizione del nuovo governo che potrebbe nascere la prossima settimana. Nel corso delle consultazioni che si terranno lunedì, il leader dei grillini ribadirà che l'unica opzione per il M5S è quella di andare al voto al più presto. Di certo però, i 5 Stelle potrebbero avere dei problemi a gestire i malumori interni: dopo il 5 marzo tutti si attendevano che il Movimento potesse finalmente governare il Paese, dimostrando di non essere solo un partito di lotta. Oggi però, dopo quasi 60 giorni dalle elezioni, il M5S non sembra più al centro della scena politica ed i tentativi messi in campo da Di Maio di realizzare un contratto alla tedesca, sono naufragati. Nella stanza dei bottoni grillina dunque, si teme che ci possano essere delle difficoltà a far accettare a tutti i parlamentari il fatto che il M5S stia per due legislazioni all'opposizione, pur potendo contare su un ampio consenso da parte dei cittadini.

10:46 - In queste ore il Capo dello Stato sta provando a capire se esistono i margini per realizzare un governo del Presidente. A rendere la strada percorsa dal Presidente della Repubblica ancor più in salita c'è la dura presa di posizione di Luigi Di Maio, il quale - intervistato ai microfoni de 'Il Fatto Quotidiano' - ha dichiarato: "Aspettiamo cosa deciderà il Quirinale. Ricordo però che gli esecutivi tecnici hanno solo tagliato diritti sociali in nome di un'austerity che non è più un principio neanche in Europa". Di Maio ha poi lanciato la proposta di tornare a votare il 24 giugno, in concomitanza con le amministrative e alla domanda sulle norme sul voto all'estero che impongono un preavviso di 60 giorni, ha risposto: "Si tratta di un regolamento ministeriale, che non può impedire l'esercizio del diritto di voto, diritto costituzionale".

10:18 - Nella giornata di ieri in casa PD è andata in scena una sorta di tregua armata tra l'ala renziana e la componente che fa riferimento a Maurizio Martina. Nel corso della sua relazione il segretario reggente ha imposto alcuni paletti piuttosto forti alla possibilità di un appoggio da parte del PD nei confronti di un eventuale governo. L'unica strada che i dem sembrano disposti a percorrere resta quella di un governo del Presidente, di natura istituzionale: nel caso in cui questa ipotesi dovesse trovare realizzazione in Parlamento, Matteo Renzi sarebbe pronto ad intestarsi il successo, avendo lanciato questa ipotesi in diretta televisiva da Fazio. In tal caso inoltre, l'ex segretario del PD sarebbe intenzionato a gestire in prima persona le trattative, tornando al centro della scena politica.

09:39 - Dalle parti del Quirinale in questo momento si studiano le possibili soluzioni per evitare una vera e propria crisi istituzionale. Il famoso 'governo di tregua' potrebbe finire per non ottenere la fiducia in Parlamento e a quel punto, l'esecutivo si trasformerebbe in un governo elettorale, con il compito di portare il Paese alle elezioni. Mattarella inoltre è convinto che chi non dovesse appoggiare questo governo, si assumerebbe la responsabilità di costringere l'Italia ad un esercizio provvisorio di bilancio - non potendo fare nulla per evitare l'aumento dell'Iva - finendo per pagare tutto questo alle prossime elezioni.

09:14 - Sergio Mattarella è determinato a far uscire il Paese dallo Stallo nel quale è entrato a partire dallo scorso 4 marzo, ma per farlo dovrà percorrere un sentiero piuttosto stretto: Movimento 5 Stelle e Lega infatti, hanno già sottolineato la loro contrarietà a qualsiasi tipo di governo tecnico, di scopo, del Presidente e per questo motivo, trovare la maggioranza che appoggerà il cosiddetto 'governo di tregua' appare piuttosto complicato. Nelle prossime ore si proverà a trovare una sintesi tra le diverse posizioni, ma la strada per la formazione di un governo resta in salita.

08:46 - Il Corriere della Sera in edicola oggi, svela come Mattarella - fino a mercoledì sera - aveva pensato di consultare i partiti già nella giornata di oggi, con l'obiettivo di lanciare un vero e proprio ultimatum. Poi però ha deciso di concedere alla forze politiche un altro supplemento di tempo, fissando le consultazioni per la giornata di lunedì. Il Capo dello Stato dunque, ha deciso di prendere la situazione in mano, proponendo alle forze politiche la formazione di un governo di iniziativa presidenziale: la soluzione infatti sarebbe quella di un esecutivo di 'tregua', con un obiettivo minimo: quello di varare la legge di Stabilità entro la fine dell'anno e traghettare il Paese verso nuove elezioni nella Primavera del 2019.

7:30 - Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, se partiti arriveranno ancora soltanto dei veti e dei no, per Sergio Mattarella è arrivato il momento di mettere in campo il "suo" esecutivo. L'obiettivo del Presidente della Repubblica sarebbe quello di realizzare delle consultazioni lampo, affidando l'incarico ad un uomo delle istituzioni, un tecnico, un esperto di conti, che potrebbe ricevere l'incarico già nella giornata di martedì. Se avrà il sostegno in Parlamento andrà avanti fino al 2019, altrimenti porterà il Paese alle urne in autunno.

Nella giornata di ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di non attendere la direzione del PD - destinata a bocciare ogni tipo di dialogo con il Movimento 5 Stelle - preferendo convocare per la giornata di lunedì l'ultimo giro di consultazioni, nel tentativo di individuare un governo che possa agire nel pieno delle sue funzioni. Nel frattempo si è tenuta la direzione del Partito Democratico e a dispetto delle previsioni della vigilia, alla fine l'ala renziana del partito e quella che fa riferimento al segretario reggente Maurizio Martina, hanno di fatto raggiunto una tregua. Alla fine dunque, la relazione di Martina è stata approvata all'unanimità dal Partito Democratico, con la decisone condivisa di non dare supporto a nessun tipo di governo che veda un'alleanza politica con il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio o con la coalizione di centrodestra, guidata da Matteo Salvini. A questo punto dunque, la palla torna nel campo del Presidente della Repubblica che - dopo aver consultato nuovamente i partiti nella giornata di lunedì - dovrà decidere se esistono i presupposti per affidare un incarico esplorativo oppure si dovrà provare a percorrere la strada di un cosiddetto governo di tutti, un governo di tregua.

Segui il Live di Blasting News sulle trattative per la formazione del nuovo governo, con Sergio Mattarella che dovrà decidere la strada da seguire per uscire dalla crisi.