Salvini si ritrova ancora al centro delle polemiche. Questa volta, a scatenarle, è stato l'autonominatosi "madrino" del Festival del Cinema di Venezia Michele Riondino, che non ha risparmiato pesanti attacchi all'indirizzo del ministro degli Interni. All'indomani dell'incontro con Viktor Orban e nel pieno degli strascichi legati alla vicenda della nave Diciotti, la "questione Salvini" si sposta dalla scena politica al palcoscenico della rinomata vetrina veneziana che apre i battenti oggi e si protrarrà fino all'8 settembre. Da elettore del M5S, Riondino - attore noto per aver interpretato di recente sul piccolo schermo "il giovane Montalbano - che del festival è ufficialmente il 'padrino', si dichiara deluso e sostiene che come lui la penserebbe la maggioranza degli elettori del movimento.

Quello dell'attore tarantino, classe '79, è stato un intervento politico in piena regola, che certamente porterà strascichi anche nei prossimi giorni. Riondino, infatti, ha affermato di essere contrario al contratto di Governo stipulato fra Lega e Movimento Cinquestelle ed ha precisato che se lo avesse saputo prima "non avrebbe votato per i grillini". Riondino - alle spalle una carriera cinematografica che lo ha visto protagonista di numerose pellicole fra cui "Dieci inverni' - ha rincarato la dose dichiarando di non sentirsi rappresentato da Salvini.

Salvini: 'Vorrei riportarlo sulla retta via'

Meno dura che in altre occasioni, ma pur sempre pepata, è stata la replica del Ministro degli Interni che, contrariamente a quanto detto da Riondino ("se lo avessi incrociato nel Palazzo lo avrei volentieri evitato"), sarebbe invece disposto ad incontrarlo.

Il ministro dell'Interno è stato molto critico sull'utilizzo fatto della Mostra del cinema ("che prende milioni di euro di contributi pubblici"): simili manifestazioni pubbliche assumono il carattere della strumentalizzazione e della polemica. "Venezia e il cinema sono altra cosa" ha obiettato il Segretario della Lega che poi ha rincarato la dose: "Che tristezza usare il palcoscenico del Festival per fare politica".

Nella polemica è intervenuto anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha condannato le parole di Riondino, colpevole, a suo dire, di aver leso la sacralità della Mostra del Cinema. Salvini, indipendentemente dall'uscita di Riondino, non sarà presente all'inaugurazione del Festival di Venezia. Bisognerà aspettare questa sera quindi, per assistere alla cerimonia inaugurale e chissà, forse, a qualche altra polemica.