Si aggrava l’atto d’accusa mosso nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini dalla procura di Agrigento, nella persona del procuratore Luigi Patronaggio. Come noto, il leader leghista insieme al suo capo di gabinetto, nell'inchiesta sul caso della nave Diciotti, risponde già di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.

Le nuove accuse prenderebbero corpo dal fatto che, su dichiarazione dello stesso ministro, il sequestro dei migranti della nave poi bloccati nel porto di Catania sarebbe avvenuto per poter poi effettuare pressione sull'Unione Europea.

Lo scopo finale, secondo il ministro, sarebbe stato quello di costringere l’Unione ad una redistribuzione dei migranti in differenti paesi europei.

I nuovi capi di accusa

I nuovi reati ipotizzati dalla Procura di Agrigento sono quelli di sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il ministro avrebbe bloccato lo sbarco per fare pressione sulla Istituzione europea per ottenere forzatamente una ridistribuzione dei profughi, e anche quello di omissione di atti di ufficio avendo trascurato la richiesta della Guardia Costiera di ricevere indicazioni per un porto sicuro ed avendo suggerito quello di Catania ma esclusivamente come scalo tecnico.

Secondo queste nuove ipotesi, peraltro, da questo momento potrebbe costituirsi parte civile, oltre agli immigrati, anche l’Unione Europea.

A partire da domani gli atti di questa inchiesta potrebbero arrivare alla Procura di Palermo, che avrà a disposizione 15 giorni per per decidere e inviare tutto l’incartamento al Tribunale di Ministri. Sarà poi questo a dover avviare l’istruttoria prendendo, entro 90 giorni, una decisione nel merito e decidendo per l’archivio o la trasmissione delle carte al procuratore della Repubblica che inoltrerà la autorizzazione a procedere al Senato.

Matteo Salvini rincara la dose

Ma Salvini, in visita a Venezia, non sembra affatto intimorito, arrivando ad affermare che gli altri capi di imputazione per lui suonano come meriti e medaglie. Avendo scoperto di essere accusato di un reato di cui non conosceva neanche l’esistenza, ha avuto modo di dichiarare che deve prendere atto che si sta modificando il codice penale a uso e consumo del ministro, confermando bonariamente, di aver davvero esercitato un ricattato nei confronti dell’Unione Europea. Si tratta di certo di affermazioni che non ricuciranno i rapporti diplomatici (già difficili) tra Italia e UE.