Il cinquantanovenne David Ermini è il nuovo Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. La notizia fa rumore per una serie di motivi: il primo è che l'avvocato è stato per due legislature un deputato del Partito Democratico e molte testate giornalistiche e rivali politici lo considerano una figura molto vicina a Matteo Renzi. L'altro, invece, riguarda il fatto che ad occupare l'importante carica non sarà un uomo in qualche modo riconducibile all'area di Governo, considerato che Lega e Movimento Cinque Stelle avevano puntato su un altro nome.

Le 13 preferenze, ottenute al terzo tentativo di elezione, includono il voto favorevole dei membri laici (cioè nominati dal Parlamento) eletti dal Pd, ma sono risultate decisive le schede bianche dei due membri laici eletti da Forza Italia.

Il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura si basa sul così detto Plenum che consta dei voti del presidente della Repubblica, del primo presidente della Corte di Cassazione, del Procuratore generale della Corte di Cassazione, di sedici componenti eletti dai magistrati e da 8 componenti, esperti di materie giuridiche, eletti dal Parlamento, ognuno dei quali facente capo a un'area Politica, E nel gruppo di quest'ultimi è stata decisiva la convergenza tra i forzisti e i dem.

Ermini lascerà il Pd

Ermini si siede su una poltrona su cui resterà in carica per quattro anni. Un'elezione che è risultata sorprendente ai più che si immaginavano uno scenario differente. E' la prima volta che un'ex responsabile della giustizia di un partito acquisisce un ruolo così rilevante. Ha annunciato di aver chiesto la sospensione del Partito, poiché ritiene che l'incarico istituzionale necessiti di una certa libertà d'opinione e dello spogliarsi della maglia di qualsiasi "squadra politica".

Un'elezione che, per qualcuno, è stata frutto di una coalizione di tutta l'opposizione, con in testa Pd e Forza Italia, contro l'attuale Governo. Non a caso sono arrivate reazioni piuttosto piccate da parte del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e del Vicepremier Di Maio. Il primo, nell'augurare un buon lavoro al nuovo eletto, ha detto di prendere atto come tra i magistrati ci sia ancora qualcuno che vuole fare politica.

Addirittura più duro, invece, è stato Luigi Di Maio che ha parlato "di sistema ancora vivo" che lotta contro di loro. Il Ministro del Lavoro ha definito Ermini "renzianissimo".

Il Pd respinge le accuse

Le reazioni naturalmente sono state oggetto di dissenso da parte di esponenti delle opposizioni. La dem Valeria Fedeli, ad esempio, ha scelto Twitter per sottolineare come le dichiarazioni di autorevoli esponenti del Governo siano "gravissime". Secondo l'esponente del Pd, si tratterebbe di figure che non hanno alcun senso dello Stato. Martina invece ha chiesto rispetto per la Costituzione e per l'organismo di autogoverno della Magistratura. Le polemiche naturalmente non hanno placato la gioia di Ermini che ha avuto modo di dedicare la nomina al padre che ha fatta l'avvocato e che, se fosse ancora in vista, ha detto che sarebbe più felice di lui.