Fratelli d'Italia voleva esprimere la sua solidarietà nei confronti di Viktor Orban, il presidente ungherese alle prese con le sanzioni provenienti dal Parlamento Europeo. I deputati del partito guidato da Giorgia Meloni, contrari alle sanzioni europee ai danni di Orban, hanno improvvisato un flash-mob - una pratica che stanno provando a ripetere in diverse occasioni - per solidarizzare con il presidente ungherese, o meglio, per dirla con le parole che si sarebbero dovute leggere dalle lettere sollevate dai parlamentari di FdI, con il "popolo ungherese".

Qualcosa però non ha funzionato: un errore di coordinazione ha reso il flashmob inefficiente, mostrando, almeno in un primo (decisivo) momento, le lettere in ordine pressoché sparso. La scritta 'solidarietà al popolo ungherese' è diventata così niente più che un complesso quesito di enigmistica. Dopo risoluzione dell'anagramma, una foto era già stata scattata e i deputati di FdI sono finiti nel mirino degli utenti web più agguerriti, che (come al solito) non si sono risparimiati nei commenti ironici.

FdI, il flash mob che scatena l'ironia del web

Se i social non sono mai morbidi verso nessuno, l'occasione per essere spietati è perfetta. La prima pagina Facebook a diffondere la foto incriminante è stata 'Milano InMovimento', con tanto di commento durissimo rivolto ai disattenti deputati di FdI: "Ecco a voi signore e signori il risultato di tre neuroni divisi per 20 persone", tuona.

A seguire, commenti altrettanto sarcastici, o che insinuano che il messaggio sia scritto in ungherese, o anche "Mike, io giro la ruota". Che si tratti di un errore imperdonabile, anche se la sanzione dei social è stata piuttosto salata, non è detto, perché potrebbe essere stata fatale la velocità di chi ha scattato la foto nell'attimo in cui i protagonisti del flash mob ritrovavano l'ordinamento giusto.

FdI e Lega compatte con Viktor Orban

Il senso del messaggio, nonostante la brutta figura sul web, resta chiaro: FdI è dalla parte di Viktor Orban, e su questo argomento tutta la destra italiana sembra convergere in nome della difesa dei confini nazionali. Non a caso Matteo Salvini è la figura italiana più vicina al premier ungherese, tanto da aver fatto pensare, dopo un incontro avvenuto due settimane fa, alla creazione di un asse europeo di paesi che condividono politiche di chiusura nei confronti dell'immigrazione.