Elsa Fornero non ci sta ad essere identificata come “nemica dei pensionati” e parte al contrattacco accusando Matteo Salvini di aver alimentato per anni una campagna di “personalizzazione” dello scontro politico incentrata sulla celebre e discussa legge di riforma delle pensioni varata all'epoca del governo tecnico presieduto dal senatore a vita Mario Monti. Per l'ex ministro del Lavoro, sarebbe colpa del leader leghista se ancor oggi gran parte dell'opinione pubblica considera sbagliati e ingiusti i provvedimenti di contenimento della spesa previdenziale e sociale decisi nel periodo 2011/2013 dall'esecutivo dei “bocconiani” sotto la spinta di Bruxelles.

“Nonostante tutto ho mantenuto un mio equilibrio personale” ha assicurato la professoressa piemontese prestata per un breve periodo alla politica ai microfoni della trasmissione mattutina di Rai Tre “Agorà”, aggiungendo però che quanto accaduto nei suoi confronti fino ad oggi “la dice lunga sul livello culturale e civile del nostro Paese”, facendo poi riferimento esplicito alle responsabilità di Salvini su questo fronte.

Fornero all'attacco: parole dure su Salvini

Insomma, ad avviso della Fornero le misure “lacrime e sangue” all'epoca appoggiate da Pd e Forza Italia, con dall'altra parte una forte opposizione guidata dalla Lega, erano non solo necessarie, ma giuste ed eque: se gli italiani non ne ha apprezzato il valore né prima né dopo, è colpa di chi come il leader del Carroccio le avrebbe strumentalizzate, a fini di mera propaganda “populista”.

Difendendo il proprio lavoro ai tempi del governo Monti, la prima firmataria della storica legge di revisione del sistema previdenziale (che tra l'altro causò il fenomeno degli “esodati” imponendo l'uscita dal lavoro anticipata a migliaia di persone prive dei requisiti per la pensione) ha avvisato la nuova maggioranza del rischio che comporterebbe per i conti pubblici e dell'Inps l'introduzione della “quota 100”.

Fornero e Salvini, duello a distanza sulle pensioni

Consentire a una vasta platea di lavoratori di abbandonare il servizio con 38 anni di contributi e “solo” 62 anni di età anagrafica, secondo Elsa Fornero, significherebbe mettere in pericolo un sistema faticosamente tenuto in equilibrio da leggi di riforma come quella (la numero 214 del 2011) che porta il suo nome.

“A questo governo non auguro di trovarsi in una situazione di tale drammaticità” aveva detto la stessa ex ministro delle Politiche Sociali a “Stasera Italia” a proposito delle circostanze che resero inevitabili i tagli di sette anni fa, quando “non si sapeva se ci sarebbero stati i soldi per pagare medici e pensionati”. Dal canto suo Salvini, intercettato dai giornalisti, ha confermato il duplice obiettivo di "restituire il diritto alla pensione a migliaia di italiani" e di creare "nuovi posti di lavoro per i giovani che non dovranno più scappare all'estero".