Laura Boldrini e Matteo Salvini, nuova puntata di un rapporto non certo idilliaco e che non appare destinato a rasserenarsi. Stavolta, a mettere in relazione l'ex presidente della Camera dei Deputati e l'attuale ministro dell'Interno è una vicenda che risale ormai allo scorso anno. La 'paladina dei diritti delle donne' in Italia ha deciso di portare in Tribunale (udienza oggi a Savona) il sindaco di Pontinvrea. Matteo Camiciottoli della Lega, infatti, si era macchiato della colpa di aver pubblicato un post in cui, ironizzando in maniera discutibile, aveva proposto di dare gli arresti domiciliari a casa della Boldrini ad uno degli stupratori di Rimini.

Si trattava di una persona extracomunitaria e si sa quale sia la politica leghista in merito agli ingressi in Italia, decisamente contraria a quella molto più accogliente della Boldrini.

La Boldrini in tribunale a Savona

Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, che ne pensate?”. Questa la frase esatta che suscitò, tra gli altri, la reazione di Enrico Mentana che rispose con un perentorio: "Che sei un cretino, anche se fai il Sindaco". La vicenda non si è comunque esaurita tra le "mura" di Facebook, ma è arrivata fino in Tribunale per precisa volontà di Laura Boldrini. L'idea, secondo le dichiarazioni della diretta interessata, è di fornire un esempio alle donne che subiscono una pesante offesa pubblica e che devono chiedere giustizia davanti ad un Tribunale, come si fa in uno Stato di diritto.

"Sconcerto, dolore e preoccupazione", sono i sentimenti ammessi dall'ex presidente della Camera di fronte a quelle dichiarazioni a lei indirizzate, soprattutto perché a pronunciarle è stato un sindaco. In particolare, Laura Boldrini ritiene che un soggetto con delle responsabilità come un primo cittadino rischi di far passare il messaggio che lo stupro rappresenti quasi uno strumento lecito nei confronti di una donna che la pensa diversamente.

Boldrini- Salvini: botta e risposta

Qualche giorno fa qualcuno aveva augurato la morte a Matteo Salvini.

Il ministro dell'Interno, perciò, aveva chiesto l'intervento dell'avversaria politica affinché chiarisse la sua posizione in materia. "Ho condannato le minacce perché sono convinta che il dibattito politico non possa essere dominato dall’odio e dalla violenza”, ha evidenziato la Boldrini, ma allo stesso tempo ha scelto di chiedere al leader della Lega di fare lo stesso nei confronti di un sindaco del suo partito come Camiciottoli che, non solo avrbbe offeso la sua "dimensione privata" con frasi insultanti, ma la condizione di tutte le donne che subiscono "insulti, minacce e volgarità di ogni genere".