Il ministro dell’Interno Matteo Salvini vuole strumentalizzare politicamente la tragica vicenda dello stupro di gruppo e del successivo omicidio di Desirée Mariottini. È questa la tesi sostenuta da diversi esponenti politici, tutti avversari del leader della Lega e appartenenti al sottobosco culturale di quella che una volta era la sinistra italiana. Stiamo parlando di personalità come Laura Boldrini, Cécile Kyenge, gad lerner, Matteo Orfini, ma anche del presidente grillino della Camera, Roberto Fico, esponente dell’ala sinistra del M5S.

Boldrini e Kyenge contro le strumentalizzazioni di Salvini

Una delle più fiere avversarie politiche di Matteo Salvini è senza ombra di dubbio Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera, ora parlamentare di LeU, dopo la ‘deviazione’ compiuta con un tweet pubblicato il 24 ottobre, dove definiva salvinianamente “esseri disumani” gli extracomunitari autori delle violenze su Desirée Mariottini, successivamente ha ritrovato la ‘bussola buonista’. “Anziché trasformare il dolore in un set cinematografico - ha cinguettato ieri su Twitter rivolgendosi direttamente all’inquilino del Viminale - lavori nel suo ufficio e metta in campo misure concrete per la sicurezza”. La Boldrini, insomma, dice di schierarsi dalla parte dei cittadini, anche se non spiega chiaramente che cosa farebbe lei al posto di Salvini.

Altra ‘nemica giurata’ delle politiche definite vetero razziste del ‘capitano’ leghista è sicuramente Cécile Kyenge.

L’europarlamentare Pd parla di “storia dolorosa” ed esprime cordoglio ai familiari di Desirée, anche se, aggiunge, “molti strumentalizzano la vicenda a proprio vantaggio. Insomma, secondo l’ex ministro di origini congolesi, “un criminale resta sempre un criminale” al di là del “colore della sua pelle”. La Kyenge, inoltre, si schiera contro il Decreto Sicurezza voluto da Salvini e ribadisce il suo scontato no al “razzismo”.

Botta e risposta tra Salvini, Lerner e Fico

A sinistra, comunque, non solo le donne manifestano il loro disagio contro le politiche securitarie di Matteo Salvini. Nei giorni scorsi il giornalista Gad Lerner, allo scopo di allontanare lo spettro dell’odio razziale nei confronti degli aguzzini africani di Desirée, aveva posto l’accento sulla tossicodipendenza della ragazza e sulle difficili condizioni in cui vive la sua famiglia, con un padre condannato per spaccio.

Oltre al profluvio di insulti piovuti dalla Rete, Lerner ha dovuto incassare anche il secco “vergognati” del capo della Lega. Più o meno la stessa sorte è toccata al frontman della ‘sinistra M5S’ Roberto Fico il quale, durante un convegno, aveva invocato “più amore e meno ruspe” salviniane per risolvere il problema sicurezza legato all’immigrazione. Anche nei suoi confronti non aveva tardato a giungere la reazione del ministro dell’Interno che ha detto di puntare ancora su “carcere duro ed espulsioni”, altro che amore.