Il reddito di cittadinanza è la misura che da sempre rappresenta un autentico cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. In questi giorni tribolati, in cui il governo è chiamato a varare la legge di Bilancio al cui interno c’è il reddito di cittadinanza, le opposizioni parlamentari continuano a contestare la manovra. Su rete 4, durante la trasmissione di Nicola Porro “Quarta Repubblica”, è stata Giorgia Meloni a contestare la manovra finanziaria che il governo Conte sta allestendo, a partire proprio dal reddito di cittadinanza. La misura, nonostante i dissidi su prescrizione e decreto sicurezza che stanno minando la stabilità del governo (che, va ricordato, risulta formato da due forze politiche agli antipodi come M5S e Lega), dovrebbe comunque essere varata.

Questione di accordi e di contratto di governo perché anche la Lega, inizialmente contraria al reddito di cittadinanza (era alleata di Fratelli d’Italia e della Meloni durante la campagna elettorale), ha assecondato il provvedimento voluto da Luigi Di Maio. Come funzionerà il reddito di cittadinanza è ormai cosa risaputa, ma è proprio sul suo meccanismo che la Meloni ha mosso appunti importanti.

Il reddito di cittadinanza

In estrema sintesi, il reddito di cittadinanza è la misura che l’esecutivo sta varando per risolvere il problema della povertà in Italia. Si tratta di un sussidio economico da erogare a soggetti e famiglie disagiate ed escluse socialmente. Un benefit a partire da 780 euro al mese che dovrebbe salire ed essere modulato in base alla composizione ed al disagio del nucleo familiare.

Per percepire il sussidio, ai richiedenti verrà imposto l’obbligo di destinare 8 ore di Lavoro a settimana al proprio Comune, cioè in lavori di pubblica utilità alle dipendenze del proprio sindaco. Inoltre, sarà necessario partecipare e frequentare corsi e attività che i centri per l’impiego metteranno in campo per ogni singolo fruitore del beneficio economico.

Ultimo obbligo in capo a chi percepirà il trattamento economico relativo a questo reddito di cittadinanza è l’accettazione di congrue proposte di lavoro che il governo, tramite gli uffici di collocamento, offrirà ai fruitori del benefit. Seguendo lo stile del meccanismo tedesco, dove da anni esiste una misura simile, anche da noi per ogni singolo beneficiario del reddito di cittadinanza si andrebbero a proporre tre offerte di lavoro.

La rinuncia a tutte le proposte porterebbe alla perdita dell’incentivo ed all’esclusione dal programma di formazione e reinserimento predisposto per i sussidiati.

Il lavoro latita

Proprio sulle proposte di lavoro, ieri sera, sulla rete Mediaset, la Meloni è stata dura nel contestare l’apparato tecnico del provvedimento. Se il governo ha disponibili 3 posti di lavoro per disoccupato o disagiato, perché non li offre subito? Questo quanto detto dal leader di Fratelli d’Italia, incalzata dal conduttore Porro e dal giornalista Telese. Secondo la Meloni, quindi, se il lavoro latita, come sarà possibile per l’esecutivo offrire posti di lavoro a questi disoccupati? Una misura che secondo la leader di Fd'I non servirà a risolvere il problema povertà e nemmeno quello della disoccupazione che andrebbe affrontato riducendo le tasse alle aziende che così potrebbero andare davvero ad assumere nuovi addetti.

Ridurre le tasse ad imprese e cittadini, questa la soluzione che secondo la Meloni garantirebbe ripresa e crescita del paese. Oltre al reddito di cittadinanza la Meloni contesta tutta la manovra che il suo partito non voterà.