Il braccio di ferro tra Europa e Italia sembra essere davvero arrivato alla conclusione. Il governo italiano non andrà avanti per la sua strada e Bruxelles, con buona probabilità, avrà un rigore meno netto. Il risultato di ciò è che la manovra economica per il 2019 di Roma porterà ad un debito massimo dello 2,04% nel rapporto deficit/Pil con un taglio sensibile rispetto a quella che era stata la prima ipotesi del governo. Si rischiava una procedura di infrazione che verrà scongiurata attraverso scelte che, in base all'appartenenza politica, vengono lette in maniera diversa.

Per il M5S e Di Maio, ad esempio, si raggiungerà agli stessi risultati attraverso l'aver preso coscienza della possibilità di risparmiare su altre voci del bilancio, per altri, tra cui il Pd e Martina, si una tratta di retromarcia vera e propria dell'esecutivo. 'Il reddito di cittadinanza è morto' - ha dichiarato l'esponente dem, parlando di 'mezza mancetta' a fronte delle promesse rivoluzionarie tanto decantate dai grillini.

Retromarcia anche sulle misure per Martina

Lega e Movimento Cinque Stelle, grazie ai risparmi ottenuti da quella che sarebbe un'abile operazione di tagli, sono sicuri di riuscire ad adottare senza problemi due costose misure come Quota 100 e il reddito di cittadinanza. Il superamento della Fornero e la distribuzione di un compenso a chi non ha un lavoro (con conseguente formazione professionale) rappresentano capisaldi della proposta del contratto dell'esecutivo.

C'è, però, chi come Maurizio Martina, esponente del Pd, ritiene che le nuove scelte economiche pongano un serio freno alla possibilità che il governo gialloverde riesca a mantenere le promesse elettorali, messe in dubbio in tempi non sospetti dalle opposizioni.

Martina parla ai microfoni di Fanpage

Maurizio Martina, già segretario del Pd, parla proprio di reddito di cittadinanza ai microfoni del popolare sito Fanpage racconta come la nuova strategia metta seriamente in dubbio tutto.

"Il reddito di cittadinanza è morto" sottolinea Martina, evidenziando come il taglio di due miliardi di euro regali nuove prospettive. "Arriviamo - evidenzia - a 58 euro al mese per persona"."Questo - evidenzia - certifica il disastro del Movimento Cinque Stelle. Questo vuol dire che la rivoluzione contro la povertà tanto decantata da Di Maio su quel balcone è finito in un nulla".La critica non si esaurisce.

"In questi mesi - prosegue - il paese si è messo su un crinale più difficile, si è perso tempo, si sono perse risorse e si è raccontato agli italiani una storia che non c'è. Oggi arriviamo all'epilogo. Doveva essere una rivoluzione, è diventata una mezza mancetta".