Probabilmente se ne parlerà tanto di quest’altra proposta della Lega di Matteo Salvini, soprattutto perché potrebbe causare un’altra diatriba con gli alleati di governo, cioè i 5 Stelle di Luigi Di Maio. Parliamo della proposta di rendere più semplice il procurarsi un’arma da fuoco legalmente che 70 rappresentanti della Lega hanno firmato e presentato alla Camera dei Deputati. Dopo essere riusciti a completare la riforma della legittima difesa la lega continua a proporre interventi normativi di questo genere. Sul quotidiano repubblica di ieri 28 marzo un articolo spiegava abbastanza bene cosa prevede questa proposta, a partire dalla modifica delle norme riguardanti l’acquisto di armi non da sparo (a piombini) a quelle che riguardano proprio le armi da fuoco.

La potenza cinetica

Vanessa Cattoi, prima firmataria della proposta e deputata leghista ha sottolineato il fatto che in Italia procurarsi un’arma legalmente non è affatto facile. Questione di iter burocratico e di permessi. La proposta leghista mira a snellire questa burocrazia accelerando l’iter per chi volesse acquistare un’arma per legittima difesa. In particolare di pensa anche ad aumentare la potenza delle armi a piombini acquistabili senza porto d’armi. Infatti le norme oggi prevedono il porto d’armi se si vada a comperare un’arma con potenza cinetica superiore a 7,5 joule. Tanto per fare un esempio in Francia il limite è di 40 joule mentre in Spagna è 21.

Le licenze in Italia

I numeri relativi al porto d’armi in Italia parlano di 5 milioni di persone autorizzate legalmente a detenere in casa un’arma da fuoco.

Circa un italiano su 10 quindi è oggi autorizzato a tenere armi da fuoco in maniera legale. Secondo i proponenti però questi numeri rilevanti non vogliono dire nulla perché molte di esse sono licenze per uso di armi per sport o per la caccia. Infatti a corredo della proposta vengono snocciolati i dati relativi agli iscritti a club venatori in Italia che non sono in linea con gli altisonanti numeri delle licenze di porto d’armi emesse.

In pratica ci sono più licenze che cacciatori, quasi a voler sottolineare il fatto che spesso la licenza di caccia funge da scusante per detenere in regola con le norme, armi per legittima difesa. In pratica la proposta spinge a rendere più libera la vendita di armi da fuoco in Italia e naturalmente a rendere più veloce l’iter burocratico per ottenere la licenza di porto d’armi per legittima difesa.

Sulla proposta ha voluto subito dire la sua il collega vicepremier di Salvini, cioè Di Maio che ha ribadito il concetto che sicurezza non vuol dire avere più armi in giro e che il suo gruppo parlamentare difficilmente voterà ed avallerà una proposta come quella presentata dalla Lega.