Una indagine sugli italiani di oggi e la loro educazione sessuale è stata promossa dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, l’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova e l’Università degli Studi di Bologna. Quattro specifiche indagini su 16mila adolescenti (16-17 anni), 14mila giovani universitari, 20mila adulti (18-49 anni) e qualche migliaio di professionisti sanitari (medici di base, pediatri, ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi e ostetriche). Il rapporto è stato presentato a Roma il 19 febbraio.

Gli studenti si informano su internet ma preferirebbero la scuola

I 16mila adolescenti, reclutati per questa indagine su tutto il territorio nazionale, hanno 16-17 anni e frequentano il terzo anno scolastico nelle 482 scuole secondarie selezionate. Una seconda indagine ha riguardato 14mila studenti universitari.

Su tematiche inerenti la salute sessuale l’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze si informa su internet. Il famoso “Dottor Google”. Un 40% si confronta anche con gli amici mentre solo il 20% si rivolge alla famiglia. Parliamo di argomenti come infezioni o malattie a trasmissione sessuale (epatiti, sifilide, gonorrea, papilloma virus, ecc.) dove solo una minima percentuale di adolescenti sembra correttamente informata.

Lo stesso per quanto riguarda i metodi contraccettivi, sia nella prevenzione di una gravidanza che nella prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili.

Praticamente tutti gli adolescenti sanno cos'è un preservativo e la pillola anticoncezionale. Mentre solo una minima percentuale di ragazzi (3%) e di ragazze (7%) si sono rivolti ad un consultorio.

Poche ragazze vanno da un ginecologo, ancora meno sono i ragazzi che vanno dall'andrologo. Eppure un terzo di adolescenti, indipendentemente dall'area geografia, ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi. Questa percentuale è lievemente superiore nel Centro-Nord.

La scuola è la grande assente. Gli adolescenti preferirebbero che questi temi venissero trattati nella scuola, anche se solo il 22% pensa ai propri docenti.

Il 62% vorrebbe essere informato da personale esperto, esterno alla scuola. Una cosa curiosa: il 93% degli adolescenti vorrebbe avere dei figli e l'80% lo vuole prima dei 30 anni. A differenza degli adulti, come vedremo più avanti.

L’indagine su 14mila studenti universitari ha svelato che l’83% ha già avuto rapporti sessuali, con il primo rapporto intorno a 17-18 anni. Il 95% usa sistemi contraccettivi, principalmente il preservativo (71%) e la pillola (46%). Tuttavia, gli studenti universitari si informano sul web e tendono a sovrastimare le loro conoscenze su temi come l’influenza dello stile di vita (consumo di alcol, fumo, ecc.) sulla salute sessuale e sulla fertilità. Inoltre, 3 universitarie su 4 è già andata da un ginecologo a differenza dei maschi dove dall'andrologo ci va solo 1 su 4.

Ancora meno sono quelli che si sono rivolti ad un consultorio.

Adulti poco informati e medici con qualche lacuna

Altre due indagini hanno riguardato una popolazione 20mila uomini e donne in età fertile, 18-49 anni, e un campione di migliaia di professionisti, scelti tra pediatri, medici di famiglia, ginecologi, endocrinologi, andrologi/urologi e personale ostetrico. L’indagine sugli adulti ha fatto emergere una scarsa consapevolezza sulla fertilità maschile e femminile, in relazione all'avanzare dell’età. Solo il 5% del campione intervistato è consapevole che per le donne le possibilità̀ di avere dei figli inizia a ridursi già dopo i 30 anni; l’idea prevalente è che questo accada in età più avanzata se non solo dopo la menopausa.

Scarsissime solo le informazioni sulla fertilità maschile: è ben informato solo il 13% degli intervistati.

Il 44% degli adulti non vuole avere figli, principalmente per motivi economici ma anche per motivi di coppia, motivi personali o familiari, o di salute.

L'indagine sui professionisti, per quei pochi che hanno aderito, condotta in collaborazione con le principali società scientifiche e federazioni di categoria, hanno fatto emergere una buona preparazione sui temi di sessualità e malattie a trasmissione sessuale. Non sempre sono tutti ben informati su temi specifici come l’importanza della profilassi preconcezionale con acido folico o l’approccio terapeutico nell'infertilità maschile o sugli effetti di una chemioterapia. I medici hanno dato anche risposte sui bisogni formativi dei loro pazienti, che variano a seconda delle specializzazioni.