Ormai la tecnologia è inarrestabile: giorno dopo giorno veniamo a conoscenza di nuove scoperte e invenzioni che sono destinate a cambiare la nostra esistenza. Ma fino a che punto è possibile spingersi oltre, senza varcare eccessivamente la soglia dell'etica morale o del nostro (ormai residuo) senso di umanità?

Robot del sesso antropomorfizzati

Da circa un anno a questa parte, molti imprenditori del settore dei sex-toys si sono cimentati nella progettazione di bambole. Tuttavia, non si tratta più di bambole gonfiabili, bensì robotiche; delle vere e proprie umanoidi che, al posto del cuore e degli organi, hanno un processore e circuiti vari.

Queste, dunque, rappresentano l'esatto opposto dell'idea di automi che abbiamo sempre avuto: la caratteristica che permette loro di essere utilizzate in campo erotico è proprio l'incredibile somiglianza agli esseri umani non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello "sensoriale", presentando proprietà quali morbidezza al contatto, elasticità e, in alcuni modelli, anche calore emanato da particolari sensori posti lungo la macchina.

Inoltre sono capaci di reagire a sollecitazioni sia di natura sensoriale che verbale: infatti, pronunciando delle frasi attraverso un tablet, le "bambole robot" reagiscono di conseguenza con altre esclamazioni o versi. L'impressionante realisticità è data, inoltre, da un continuo muoversi delle palpebre e dei tessuti facciali, rendendole anche molto espressive.

"Sono quello che più si avvicina all'idea di una donna vera", ha dichiarato Matt McMullen, a capo di una ditta che fabbrica bambole gonfiabili a San Diego, in California, e il cui ultimo ritrovato è proprio Harmony, un robot del sesso.

"Oggetti" per contrastare problemi sociali

Nonostante possa sembrare solo una delle "meno indispensabili" applicazioni dell'intelligenza artificiale e della robotica, secondo molti imprenditori di questo settore, grazie a questi robot sarà possibile contrastare numerose emergenze sociali che in questi anni stanno affliggendo la nostra popolazione come violenza sessuale, prostituzione e pedofilia.

Non la pensano così, invece, Chantal Cox-George e Susan Bewley, due medici del Regno Unito che, in un editoriale pubblicato sulla rivista "Bmj Sexual & Reproductive Health", hanno discusso e si sono confrontate con esperti attraverso vari studi scientifici in merito, cercando di trovare un punto di partenza per poter considerare quest'idea utile o meno per contrastare queste problematiche.

A quanto pare, le due studiose non hanno trovato alcun riscontro, anzi, hanno rilevato come il rischio di sfociare in queste oscenità possa aumentare, perché l'utilizzo degli automi come "palestre" per allenarsi, tenderebbe a normalizzare questi deprecabili atti. Per questo motivo, secondo la dottoressa Bewley sarebbe il caso di usare cautela rispetto a quanto affermato dai produttori di questi dispositivi tecnologici, i quali ritengono che potrebbero essere utili per aiutare pedofili o stupratori a indirizzare i propri istinti altrove.

Al contempo, però, è necessario anche ricordare come questi robot possano rappresentare una buona cura per gli uomini che soffrono di disfunzione erettile, astinenza da rapporti (seppur una macchina difficilmente potrà colmare un senso di solitudine), o addirittura per sconfiggere le difficoltà all'interno di una relazione.