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L’EUR/USD è pronto per una correzione?

Probabile una correzione dell’EUR/USD

By Peter Rosenstreich

Lo spread di “midterm” fra i rendimenti dei titoli di Stato USA-Germania e USA-Europa indica che è probabile una correzione dell’EUR/USD. Ciò dopo che i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea hanno innescato un’estensione del rally dell’EUR/USD fino ai massimi attuali a 1,22. I verbali suggeriscono che la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) intende mettere mano all’allentamento quantitativo (QE) prima del previsto. Per la BCE marzo è troppo presto per cambiare l’orientamento sul QE, perché gli ultimi dati sull’inflazione sono stati deboli. Ma, in vista delle elezioni italiane in programma il 4 marzo, la BCE deve tenere a freno i tassi d’interesse. Ciò indica inoltre che il presidente della BCE Mario Draghi rimuoverà qualsiasi tono da falco, anche se la crescita e l’inflazione sono superiori alle previsioni della stessa BCE.

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In Italia, le profonde misure di austerità hanno creato una solida base populista, che verosimilmente si farà sentire a marzo. Tali misure non sono comunque riuscite a fare scendere il rapporto debito/PIL (di nuovo sopra il 130%, al secondo posto in Europa), né a generare una forte crescita economica. Una BCE falco potrebbe innescare rialzi dei tassi italiani, peggiorando le attuali difficoltà economiche.

Continua il boom cinese

By Peter Rosenstreich

Rimaniamo ottimisti sulla Cina, la nostra previsione sul PIL è superiore al consenso. La nostra visione si basa sull’economia globale e sulla capacità della Cina di cogliere la domanda. Internamente la Cina è sbilanciata, ma su base globale si è diversificata (come dimostra la sua strategia per la Nuova Via della Seta). Inoltre, nel 2018, gli scambi conteranno più dei consumi locali. Da un lato, la forte crescita contribuirà a sostenere il calo dei prezzi degli immobili, che hanno toccato l’apice nel 2016, ma dall’altro dovrebbe indurre i legislatori ad agire per accelerare la riduzione della leva finanziaria e abbassare la spesa fiscale. Il calo dei deflussi di capitale e la rinnovata fiducia degli investitori hanno fatto diminuire i rischi di un deprezzamento del CNY.

Campagna promozionale per il Sudafrica

By Vincent Mivelaz

Dopo la rielezione del presidente Zuma nel 2014, il suo allontanamento dal partito al potere African National Congress (ANC) e i 783 capi d’accusa accolti dalla Corte Suprema di Cassazione sudafricana, gli investitori sono diventati ottimisti, sostenendo, dall’inizio del 2018, il rand sudafricano (ZAR) e la borsa (USD/ZAR: -2,95%; EUR/ZAR: -0,25%; FTSE/JSE 40: +3,11%, MSCI South Africa: +1,98%). Guidato dal nuovo leader del partito Cyril Ramaphosa, che ha confermato il suo impegno a eliminare la corruzione nel paese, l’ANC ha iniziato le trattative per sostituire Zuma prima della fine del suo mandato, che finirebbe ufficialmente nel 2019. Stando agli analisti locali, circolano addirittura voci secondo cui le dimissioni potrebbero arrivare già nel giro di due, quattro settimane.

Il Forum Economico Mondiale (WEF) è dunque un’ottima opportunità per mostrare agli investitori che il Sudafrica è ancora molto attraente e per riconquistare la loro fiducia. Dall’inizio dell’anno, il Sudafrica ha registrato buoni risultati dal punto di vista economico. A dicembre 2017, la fiducia delle imprese è salita a 96,4 punti, le vendite al dettaglio di novembre dell’8,20% (previsione: 3,10%) e l’inflazione rimane contenuta al 4,6% (molto inferiore all’impennata al 13,6% del 2008). Per queste ragioni crediamo che nel 2018 l’economia del Sudafrica continuerà a crescere. Nei prossimi giorni monitoreremo l’indice sui prezzi al consumo (data di pubblicazione: 24 gennaio) e la bilancia commerciale (31 gennaio) riferiti al dicembre scorso.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online