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La Pepsi fa causa milionaria a 13 contadini indiani

La varietà di patata FC5 ha un livello di umidità inferiore alla patata media ed è stata importata in India proprio dalla Pepsi nel 1989, avendone il brevetto di copyright. (Credits – Getty Images)
La varietà di patata FC5 ha un livello di umidità inferiore alla patata media ed è stata importata in India proprio dalla Pepsi nel 1989, avendone il brevetto di copyright. (Credits – Getty Images)

125mila dollari a testa, per un totale di 1.625.000 di dollari. E’ quanto chiede la Pepsi, il colosso americano famoso per la versione alternativa della Coca Cola, a 13 contadini in India. Oggetto del contendere una varietà di patata che i contadini dovrebbero coltivare per la Pepsi, ma che avrebbero ‘rubato’ per coltivarla anche altrove, privatamente.

La varietà FC5 ha un livello di umidità inferiore alla patata media ed è stata importata in India proprio dalla Pepsi nel 1989, avendone il brevetto di copyright. Questa variante, proprio perché meno umida, le rende particolarmente adatte a essere impiegate per preparare snack di patatine imbustate, quelle che Pepsi imbusta sotto il nome Lay’s. I contadini indiani sono stati messi sotto contratto dal colosso USA e le coltivano per la Pepsi. Ma, a quanto pare, 13 di loro si sarebbero appropriati di alcune patate e avrebbero iniziato a coltivarle autonomamente.

E la Pepsi, scoperto il fatto, ha deciso di trascinare i contadini in tribunale, chiedendo appunto 125mila dollari a ognuno di loro per aver violato il contratto stipulato e il copyright sulla varietà FC5 di patata. Il primo round si è giocato ieri nel tribunale commerciale di Ahmedabad, la capitale dello stato del Gujarat. Un incontro che si è chiuso con un nulla di fatto.

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Da un lato, infatti, Pepsi è venuta incontro ai contadini, proponendo che il rimborso monstre venisse convertito, con gli accusati che dovrebbero firmare una dichiarazione in cui riconoscono che la proprietà dei diritti delle loro patate è della multinazionale e si impegnino a consegnare alla PepsiCo tutto il prossimo raccolto. Una proposta non accettata dall’avvocato degli agricoltori, Anand Yagnik, che punta sulla mobilitazione popolare affinché il governo indiano si schieri a fianco dei contadini.

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