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Lidl cancella le croci dalla chiesa, il sindaco di Dolceacqua si infuria

Lidl cancella le croci delle chiese. Ancora una volta perché il marchio della grande distribuzione tedesco non è nuovo a questa pratica. L’ultima vittima della “censura” è la chiesa di Sant’Antonio Abate, di Dolceacqua, provincia di Imperia. Nel poster esposto in bella vista alle casse de punto vendita di Camporosso, sempre in Liguria, a pochi chilometri da Dolceacqua, i simboli religiosi della chiesa sono stati cancellati. Dal campanile e dalla facciata nessuna traccia della croce. I vertici della nota catena di discount hanno motivato la decisione parlando di rispetto per tutte le confessioni religiose, dunque una decisione presa per non urtare la sensibilità religiosa di clienti di fede non cristiana. Pazienza se a rimanere offesi, però, sono parte dei clienti italiani del punto vendita ligure.

Tempo fa i clienti avevano fatto notare, indignati, la cancellazione un po’ pacchiana delle croci dalle cupole azzurre della chiesa ortodossa di Sant’Anastasio, a Santorini.
Tempo fa i clienti avevano fatto notare, indignati, la cancellazione un po’ pacchiana delle croci dalle cupole azzurre della chiesa ortodossa di Sant’Anastasio, a Santorini.

L’iniziativa ha fatto andare su tutte le furie il sindaco di Dolceacqua, Fulvio Gazzola che minaccia di rivolgersi ad un legale se la cartolina del suo Comune non sarà ripristinata. “Mostrate foto di Dolceacqua che rispecchiano la realtà. Se non volete croci, piuttosto mettete il castello Doria”, commenta il sindaco.Loro dicono che è una campagna nazionale ed europea quella di togliere i segni religiosi – aggiunge -. Sono liberi di fare come vogliono, ma non rovinino le foto, basta soltanto cambiare il soggetto”.

Non è la prima volta che Lidl cancella le croci. Tempo fa i clienti avevano fatto notare, indignati, la cancellazione un po’ pacchiana delle croci dalle cupole azzurre della chiesa ortodossa di Sant’Anastasio, a Santorini. Stessa giustificazione: “Non vogliamo urtare la sensibilità religiosa di nessuno”. Aggiungendo che i prodotti in questione – una linea di cibo greco – vengono venduti in tutta Europa da oltre dieci anni: “Siamo veramente spiacenti per l’offesa che sembra aver arrecato il nostro design più recente”. Più che design si tratta di una colpo di spugna.