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Marco Travaglio critica la manovra Lega-M5S: 'Una vergogna, Berlusconi aveva più pudore'

Marco Travaglio (Foto LaPresse/Alberto Gandolfo)
Marco Travaglio (Foto LaPresse/Alberto Gandolfo)

Dopo le elezioni il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio non aveva fatto mistero di aver votato il Movimento 5 Stelle. Del resto da tempo sosteneva le politiche del partito a ispirazione grillina e in passato era stato ‘morbido’ nei confronti del Movimento, mentre era rimasto spietato nei confronti degli ‘altri’. Sono celebri le sue invettive contro Berlusconi in primis, e poi contro Matteo Renzi – o in generale il Partito Democratico.

Tuttavia dopo le elezioni Travaglio ha modificato il suo approccio verso il governo, criticando in modo particolare Salvini e bacchettando Di Maio. Nel suo editoriale del 16 ottobre ha però operato la svolta, definendo la pace fiscale e i condoni del Governo Conte ‘una vergogna‘, con un commento finale assai crudo: ‘Berlusconi aveva più pudore‘.

Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Le misure contenute nella Manovra di bilancio e approvate lunedì 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri non sono andate giù al giornalista di scuola Montanelliana. Scrive Travaglio: “Il Corriere ha scoperto che nel decreto per Genova una manina ha infilato un decretino per Ischia terremotata, che prevede un condono tombale per le case abusive e pure un ‘contributo fino al 100%’ per ricostruire o ristrutturare nello stesso posto (sbagliato) quelle crollate ‘non totalmente abusive’. Non male, per un’isola con 28 mila abusi censiti su 64.115 abitanti (in media uno per famiglia). Una vergogna che non aveva osato neppure Berlusconi, autore di due condoni edilizi (1994 e 2003), ma un filino più limitati. È troppo chiedere il nome del proprietario della manina affinché sia licenziato in tronco, previo impegno a cancellare lo sgorbio in Parlamento; o, in alternativa, una rivendicazione ufficiale di Di Maio e Salvini con le motivazioni che li hanno spinti a condonare gli abusi nell’isola degli abusi?“.

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Sulla pace fiscale Travaglio attacca ancora: “Siccome un condono tira l’altro, sta arrivando pure quello per gli evasori, camuffato spiritosamente da ‘pace fiscale’. Tetto di 100 mila euro a parte (e si temeva molto peggio), non conosciamo il testo finale della cosiddetta ‘pace’, che naturalmente escluderà chi alla presunta guerra si è sempre sottratto pagando le tasse“.

Nell’editoriale Travaglio chiede inoltre delucidazioni sulla questione dei condannati in Parlamento e in posizioni politiche di vertice, la cui esclusione è sempre stata un cavallo di battaglia elettorale del Movimento 5 Stelle. Il direttore del Fatto cita il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, sul quale pende una richiesta di condanna per falso e peculato da parte della Procura di Genova, e il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, che patteggiò una condanna per bancarotta fraudolenta.

Il Fatto Quotidiano, che sul web molti considerano l’house organ del Movimento 5 Stelle, potrebbe dunque da ora in avanti far perdere il suo appoggio mediatico al partito di Di Maio. Del resto, Travaglio ha scritto editoriali e libri criticando i condoni fiscali: non avesse criticato la misura del Governo Conte, sarebbe stato un problema di coerenza personale.

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