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Giacomo Galardini·1 gennaio 2019

Il bilancio dei primi sei mesi della nazionale di Mancini

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Il 2018 dell’Italia si è chiuso con il sorriso, grazie alla vittoria nell’amichevole di fine Novembre con gli Stati Uniti. Ma gli azzurri, risollevati da Mancini – subentrato a Ventura dopo la mancata qualificazione a Russia 2018 – devono fare ancora molta strada.

MANCINI, QUALI RISULTATI?

Partiamo col dire che partire dalla rovine della nazionale non era facile: e visto l’organico a disposizione, all’Italia servirà ancora molta strada prima di poter arrivare a competere con le grandi mondiali: ma la sensazione è che Mancini sia sulla strada giusta: permanenza in Serie A della Nations League raggiunta.


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Facciamo parlare i numeri: nei primi mesi di Mancini alla guida degli azzurri l’Italia è scesa in campo 9 volte, collezionando 3 vittorie (contro Arabia Saudita, Polonia e Stati Uniti), 2 sconfitte (Portogallo e Francia) e 4 pareggi (Polonia, Portogallo, Olanda e Ucraina), con 8 gol fatti e altrettanti subiti.

MANCINI, CHE MODULO?

Per quanto riguarda lo stile di gioco, il Mancio si è affidato al 4-3-3, con esterni offensivi dinamici come Chiesa e Bernardeschi, Donnarumma come erede di Buffon e doppio regista Verratti-Jorginho con Barella in mediana.

Mancini ha proposto un’Italia propositiva, che cerca sempre di giocare il pallone e tenere il possesso palla, ma che non disdegna l’azione in velocità con gli esterni: molto di più di quanto visto con Ventura.

MANCINI, QUALI PROBLEMI?

Il problema rimane la punta centrale: provati Balotelli, Immobile, Berardi e Lasagna, ma nessuno ha convinto. Il CT ha tre opzioni: sperare che il momento di scarsa verve delle punte (vedi Balotelli su tutti) passi, tentare nuove vie (Cutrone, Pavoletti o riproporre un recuperato Belotti) o cambiare modo di giocare in attacco.

OBIETTIVO EURO 2020

L’europeo 2020 è il grande obiettivo del Mancio: sarà il primo europeo a sedi miste e nessuna sarà qualificata come squadra ospitante, per cui sarà importante ben figurare nel girone di qualificazione.

L’Italia è nel gruppo J con la Bosnia Erzegovina, la Finlandia, la Grecia, l’Armenia e il Lichtenstein. Esordio il 23 marzo contro i finlandesi: il Mancio dovrà aver risolto tutti i suoi problemi prima di allora.