Che destino hanno avuto i palazzi imperiali russi dopo la Rivoluzione?

Il Palazzo Petrovskij, a Mosca, oggi in parte trasformato in un boutique hotel

Il Palazzo Petrovskij, a Mosca, oggi in parte trasformato in un boutique hotel

Ivan Aleksandrov/MAMM/MDF/russiainphoto.ru; WM (CC BY-SA 4.0)
I Romanov avevano decine di residenze lussuose che, dopo il cambio di regime, nel 1917, vennero nazionalizzate e usate per gli scopi più differenti. Oggi in esse ci sono musei, alberghi, sanatori, università… Ecco che fine hanno fatto 11 tra le più belle

Prima della Rivoluzione russa, nei palazzi imperiali, progettati dai migliori architetti mondiali del tempo, vivevano non solo gli imperatori, ma anche i loro numerosi parenti. La maggior parte dei palazzi sopravvissuti si trova a San Pietroburgo, ma le residenze della famiglia imperiale erano sparpagliate anche in varie città dell’Impero, nella sua parte europea come in quella asiatica. Che fine fecero dopo la nazionalizzazione da parte dei bolscevichi, e cosa resta del patrimonio architettonico dell’Impero russo?

1 / Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo

Il palazzo più famoso dei Romanov, dove fino al 1904 si trovava la residenza ufficiale dell’imperatore (poi fu trasferita nel Palazzo di Alessandro a Tsarskoe Seló), durante la Prima guerra mondiale fu trasformato in ospedale militare. Costruito a metà del 1700 dall’architetto Bartolomeo Rastrelli, ha oltre mille stanze.

La famiglia imperiale russa nel 1913

Dopo la Rivoluzione di febbraio del 1917, vi ebbe sede il governo provvisorio. Tuttavia, non passò molto tempo: a novembre, il palazzo fu preso d’assalto da soldati e marinai rivoluzionari guidati dai bolscevichi. Nel 1920 qui fu aperto il Museo della Rivoluzione e, un anno dopo, le enormi sale del Palazzo d’Inverno furono occupate da dipinti e dagli oggetti artistici dell’Ermitage. In precedenza le esposizioni si trovavano negli annessi del palazzo. Oggi è uno dei musei più visitati al mondo.

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2 / Palazzo Vladimirskij a San Pietroburgo

Nella sola San Pietroburgo ci sono oltre venti palazzi della famiglia imperiale. Maria Pavlovna fu una dei pochi rappresentanti della famiglia reale che riuscì a riparare all’estero dopo il rovesciamento della monarchia (e persino a portare via tutti i suoi gioielli). Suo marito, il granduca Vladimir Aleksandrovich (zio di Nicola II), era morto nel 1909, e Maria Pavlovna era rimasta a vivere nel palazzo di famiglia, sul Lungofiume del Palazzo.

Marija Pavlovna Romanova (1890-1958)

L’edificio, del 1870, era talmente lussuoso da essere chiamato la “piccola corte imperiale”. Esternamente, somigliava a un palazzo italiano. Nel 1920 qui trovò sede la Casa degli Scienziati intitolata a Gorkij e oggi si può visitare il palazzo come museo in escursioni guidate. A proposito, sulle pareti sono stati conservati antichi monogrammi con la lettera “В”  (la “V” in cirillico) e parte degli interni.

3 / Palazzo di Ksenia Aleksandrovna (detto anche Palazzo di Aleksandr Mikhailovich) a San Pietroburgo

Nicola II regalò a sua sorella per le nozze un palazzo sul lungofiume della Mojka. Le stanze erano decorate con squisiti camini, plafoniere in stucco, pannelli di quercia con ornamenti floreali.

Ksenija Aleksandrovna Romanova (1875-1960), sorella di Nicola II, in una foto del 1910

Nel 1919 in questo edificio trovò sede l’Università di Educazione Fisica e Sport intitolata a Pjotr Lesgaft. I portali del palazzo con il monogramma della principessa sono ben conservati. Vi ha ancora sede l’università.

4 / Palazzo Anichkov a San Pietroburgo

Uno degli edifici più antichi della Prospettiva Nevskij è il Palazzo Anichkov, progettato da Rastrelli a metà del XVIII secolo. Vivevano qui gli eredi al trono e i membri stretti della famiglia imperiale: uno dei suoi ultimi abitanti fu la madre di Nicola II, Maria Feodorovna. E qui l’ultimo imperatore trascorse l’infanzia.

Maria Feodorovna di Russia (1847-1928), già principessa Dagmar di Danimarca, poi imperatrice consorte di Russia come moglie dell’imperatore Alessandro III, in una foto degli anni Ottanta dell’Ottocento

Nicola II, tra l’altro, amava il Palazzo Anichkov molto più del Palazzo d’Inverno e trascorse la maggior parte del suo tempo qui anche quando era già salito al trono. Dopo la Rivoluzione, il palazzo imperiale fu trasformato nel Palazzo dei Pionieri, e oggi è chiamato Palazzo della Creatività Giovanile. Anche i turisti possono visitarlo

5 / Palazzo di viaggio Petrovskij a Mosca

Oltre al Palazzo del Cremlino, a Mosca c’era un’altra residenza dei Romanov: il Palazzo Petrovskij, nel nord della città. Fu originariamente costruito dall’architetto Matvej Kazakov alla fine del XVIII secolo, come luogo di soggiorno per gli eredi al trono in viaggio da San Pietroburgo a Mosca per l’incoronazione. Il palazzo neogotico ricorda un castello medievale.

Fino a poco tempo fa era chiuso agli estranei: dopo la Rivoluzione, vi si trovava l’Accademia di ingegneria dell’aeronautica, dove studiò anche Jurij Gagarin. Nel 1997 il palazzo è stato ceduto alla città, è stato restaurato e aperto ai visitatori. Ora chiunque può non solo vedere da vicino i suoi interni restaurati partecipando a un’escursione guidata, ma anche soggiornare qui per la notte in un “boutique hotel” che si trova al suo interno, o fare una passeggiata nel parco storico.

6 / Palazzo Imperiale di viaggio a Tver

Un altro palazzo di viaggio si trova a Tver. Fu fondato anch’esso a metà del XVIII secolo ed era destinato alle vacanze delle personalità della famiglia imperiale, mentre vi viveva stabilmente uno dei principi di sangue imperiale. Il palazzo era il centro della vita mondana di Tver (180 chilometri a nordovest di Mosca): qui si tenevano serate letterarie, balli, conferenze; in poche parole, il posto era molto alla moda. Dopo la Rivoluzione, l’edificio ha ospitato il Comitato esecutivo di Tver, mentre oggi ospita una pinacoteca. Qui è interessante vedere non solo i dipinti, ma anche le architetture antiche: il palazzo stesso, la stalla, gli annessi, il giardino e la serra.

7 / Palazzo Massandra (di Alessandro III) a Massandra

La Crimea era tradizionalmente il luogo di villeggiatura preferito dalla famiglia imperiale e dai nobili della cerchia più vicina al sovrano, e qui si sono conservate dimore molto interessanti dal punto di vista architettonico. Il Palazzo Massandra, di fine Ottocento, vicino a Jalta, si presenta come un antico castello di cavalieri: è decorato con torrette con guglie, balconi con colonne scolpite e “sfingi” con teste femminili. Ma non ci sono sale particolarmente solenni.

L’Imperatore Alessandro III di Russia (1845-1894), sul trono dal 1881 alla morte

Dopo la Rivoluzione e fino al 1941, qui si trovava un sanatorio per i malati di tubercolosi, e poi una dacia governativa per i leader sovietici. Nel 1992 il palazzo è stato trasformato in museo (le escursioni sono solitamente abbinate alla degustazione di vini locali). Dei tempi imperiali sono rimasti solo infissi e pavimenti.

8 / Palazzo Livadia in Crimea

L’ultimo palazzo dei Romanov fu eretto nel 1911 per Nicola II a Livadia. Fece in tempo a visitarlo solo quattro volte. Naturalmente Livadia non poteva competere con il Palazzo d’Inverno: aveva solo 116 stanze e un paio di annessi… D’altro canto, però, l’edificio era molto moderno: aveva il riscaldamento centralizzato, il telefono e persino un ascensore. Interessante anche la soluzione illuminotecnica: non c’erano lampadari sul soffitto della sala da pranzo, l’architetto nascose più di 300 lampade lungo il perimetro della stanza.

Fu nel Palazzo di Livadia che nel febbraio 1945 si tenne la Conferenza di Jalta tra gli Alleati. Adesso è un museo

Si sono conservati medaglioni con le iniziali dei Romanov, una massiccia porta d’ingresso e un pianoforte tedesco bianco, suonato dalle figlie di Nicola II. Il percorso turistico del Sentiero dello Zar passa attraverso il territorio della tenuta: circa 6 chilometri di pittoresche vedute del Mar Nero e di Jalta.

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9 / Palazzo Dulber a Koreiz

Quando guardi questo palazzo, ti ritrovi mentalmente nei Paesi del Maghreb. Palazzo Dulber era la residenza del nipote di Nicola I, il Granduca Pjotr Nikolaevich. Fu costruito alla fine del XIX secolo dall’architetto Nikolaj Krasnov, autore anche del Palazzo Livadia, seguendo gli schizzi del Granduca, che aveva viaggiato molto in Medio Oriente. Il palazzo, in stile moresco, fu decorato con cupole d’argento e versetti del Corano.

Il Granduca Pjotr Nikolaevich Romanov (1864-1931)

Dopo la Rivoluzione, si stabilirono qui altri parenti di Nicola I, i granduchi Aleksandr Mikhailovich e Nikolaj Nikolaevich, così come l’imperatrice vedova Maria Feodorovna (la madre di Nicola II). Nel 1919 lasciarono la Crimea a bordo di un incrociatore britannico e sfuggirono così alle rappresaglie. Poco dopo, il Palazzo Dulber fu ribattezzato Sanatorio della Bandiera Rossa, e qui venivano a riposare i dirigenti del partito comunista. Oggi questo sanatorio accetta chiunque.

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10 / Palazzo di Nikolaj Konstantinovich a Tashkent

Il granduca Nikolaj Konstantinovich, fratello minore dell’imperatore Alessandro III, fu esiliato alla periferia dell’Impero, in Turkestan, a causa di uno scandalo familiare alla fine del XIX secolo. A Tashkent (la capitale del moderno Uzbekistan), gli fu permesso di costruire un palazzo. L’incredibile palazzo in mattoni cotti in stile orientale ha conservato molti degli oggetti del suo tempo, dalla scala a chiocciola in ghisa ai castagni e alle querce del giardino. Il Granduca morì all’inizio del 1918 di polmonite, dopo aver lasciato il palazzo in eredità alla città. Dopo la sua morte, qui ebbe sede un Palazzo dei Pionieri e un museo di antichità. Dal 1992 l’edificio funge da luogo di ricevimento del Ministero degli Affari Esteri dell’Uzbekistan, ma è possibile visitarlo con una visita guidata.

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11 / Palazzo di Likani, Borjomi

Il nipote di Nicola I, il granduca Nikolaj Mikhailovich, possedeva un’enorme fortuna, tra cui il Palazzo Novo-Mikhailovskij a San Pietroburgo, diverse proprietà in diverse regioni della Russia e questo palazzo a Borjomi (oggi località termale della Georgia): la sua dacia estiva della fine del XIX secolo in stile moresco. Sul territorio del palazzo è presente un ampio parco e una sorgente di acqua minerale. Dopo la nazionalizzazione, il palazzo di Likani divenne la dacia governativa dei leader sovietici e poi georgiani. Ora questo palazzo è un museo. Già prima dell’inizio della Prima guerra mondiale, il Granduca aveva previsto il rovesciamento della monarchia nel Paese. Concluse la sua vita nella Fortezza di Pietro e Paolo, fucilato con il fratello e i cugini nel 1919.


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