Il tempo che vorrei

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Il tempo che vorrei
AutoreFabio Volo
1ª ed. originale2009
GenereRomanzo
Lingua originaleitaliano
Preceduto daIl giorno in più
Seguito daLe prime luci del mattino

«Non stai vivendo se non sai di vivere»

Il tempo che vorrei è il quinto romanzo di Fabio Volo, pubblicato il 24 novembre 2009 da Mondadori.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo è nato in una famiglia povera di "quella povertà di chi può fingere di non esserlo" figlio unico di una madre impeccabile e di un padre troppo preso dai conti da far quadrare per essere presente, a 13 anni smette di studiare per andare a lavorare nel bar di famiglia mettendo la sua adolescenza in mano a quelle umiliazioni che chi nasce povero deve sopportare. Lorenzo avanza nella vita a testa bassa, finché non incontra Roberto, che gli insegna l'amore per la lettura e per la musica, facendogli scoprire nuovi mondi e infondendogli quel coraggio che lo porterà a riprendersi il suo tempo cambiando lavoro. Coraggio che si può trovare solo guardandosi intorno, girando gli occhi, uscendo dal guscio: è come se Roberto mettesse un dito sotto il mento di Lorenzo e gli tirasse su la testa mostrandogli tutto quello che si era perso. Ma la vita è strana e così Lorenzo andrà a lavorare per un'agenzia di recupero crediti ritrovandosi davanti a storie estremamente simili alla sua, quando, inaspettatamente, Enrico, un pubblicitario, fiutando il suo innato talento, gli offre un lavoro. È da qui che parte la vera ascesa di Lorenzo, un'ascesa pesante perché soffocata dai sensi di colpa nei confronti di un padre che si sente abbandonato e che lui sente di aver abbandonato: e non importa l'aiuto economico che è in grado di dargli, lui sente di aver voltato le spalle alla sua vita e alla sua famiglia, a volte, anche ai suoi valori. Lorenzo crede di non saper amare e proprio per questa convinzione perde la donna che ha amato di più nella sua vita, "lei che mi ha lasciato e tra un mese e mezzo si sposa", la fa scivolare via riuscendo solo a dire "hai ragione ti capisco". E che rivuole, ora che forse è troppo tardi. È come se questo romanzo fosse diviso in due parti: c'è il tempo che Lorenzo vorrebbe, legato al rapporto col padre, e c'è un tempo che Lorenzo rivorrebbe, quello con lei, raccontato in pagine piene di "mancanza", piene di un amore che il personaggio non sa chiamare per nome. Volo accarezza delicatamente mille tematiche: quella della povertà e del peso di vederla riflessa negli occhi di chi ti guarda; quella di un rapporto padre-figlio logorato dal non saper dire "ti voglio bene", dal silenzio di chi non sa dire "ti ho scelto anche io"; quella dell'amicizia, vera e profonda che c'è sia per una risata che per una lacrima; quella di una paternità a cui non si è pronti perché per diventare genitori i rancori da figli devono essere cancellati; quella di un amore lasciato andare via tanto in fretta da sentirne ovunque l'odore, il richiamo. E poi, co-protagonista di questo romanzo è senza dubbio il tempo che toglie, che dà, che sfugge, che non basta, che sembra vuoto, che è ingestibile, che vorremmo e che rivorremmo.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Il libro presenta vari "mini-capitoli"[1] di una sola pagina, cosa inedita per i libri di Fabio Volo.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Capitoli 20, 24, 30... del libro

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