Siti UNESCO Italia 2017: Due Nuovi Patrimoni dell’Umanità

Il Comitato per il patrimonio dell’umanità riunitosi a Cracovia tra il 2 ed il 12 luglio 2017 ha stabilito, come è solito fare annualmente, i siti da iscrivere alla tanto agognata lista dei beni considerati Patrimonio dell’Umanità. Sono in totale venti i siti passati dalla lista di Candidatura come Patrimonio dell’Umanità, in gergo tecnico tentative list, a quella ufficiale.

Candidature da tutto il mondo

I siti spaziano, per area geografica, dai più disparati angoli del mondo, coinvolgendo monumenti o paesaggi naturali completamente diversi per tipologia, epoca storica e area di appartenenza.

Tutti i beni appartenenti alla lista sopraccitata hanno un’importanza significativa a livello storico e culturale o sono delle aree naturali, caratterizzate da paesaggi unici nel loro genere, ma in entrambi i casi rappresentano, ugualmente, delle aree che necessitano di una maggiore attenzione e tutela per via del loro irripetibile ed indiscutibile valore.

 

Una scelta difficile

I criteri di scelta sono estremamente difficili ed effettivamente risulta complesso porre a confronto l’enorme numero di monumenti, più conosciuti e non, che dimostrano la grandiosità e l’estro dell’inventiva dell’essere umano come, al tempo stesso, può risultare anche complesso il valutare la bellezza dei magnifici paesaggi, che caratterizzano i luoghi più selvaggi del mondo.

UNESCO HERITAGE, cattedrale, monumento, Russia, Sviyazhsk

I siti eletti nel 2017 sono piuttosto variegati nel loro genere; infatti ritroviamo nella stessa lista luoghi sacri completamente differenti, come l’isola sacra di Okinoshima in Giappone o la Cattedrale e monastero dell’Assunzione di Sviyazhsk, oppure meraviglie naturali dalle caratteristiche diametralmente opposte, come la fredda steppa mongola della Dauria o le desertiche zone dei paesaggi culturali in cui vivevano i Khomani in Sudafrica.

I nuovi due siti Patrimonio dell’Umanità italiani

A dispetto di molte realtà territoriali enormi, nonostante la sua piccola estensione, l’Italia ha visto la nomina da parte della commissione di Cracovia di ben due siti, ossia le difese murarie veneziane, e terrestri e marittime, ed il paesaggio naturale delle Faggete Vetuste. Entrambi i siti possono essere considerati transnazionali, in quanto il primo che prende il nome di “Opere veneziane del XVI e del XVII secolo” vede l’Italia come capo fila con le città di Bergamo, Palmanova (UD) e Peschiera del Garda (VE), ma seguita a ruota dalla Croazia con le cittadelle di Zara e Selenico ed infine dal Montenegro con la città fortificata di Cattaro.

Palmanova pianta-Unesco Heritage-sito-monumento

Le Faggete Vetuste riconosciute dall’UNESCO con il nome di “Primeval Beech Forest of the Carpathians and Other Regions of Europe” , ossia Foreste primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, sono un sito transnazionale che include ben dodici stati (Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Italia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ucraina).

 

Il primato dell’Italia

A seguito della nomina dei due siti, sebbene transnazionali, l’Italia ha ottenuto il primato di maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità, in quanto ne detiene ben 53, seguita dalla Cina con 52 e dalla Spagna con 46.

L’Italia ha mantenuto il primato, che già deteneva negli anni passati, affermandosi ancora una volta come una nazione dal passato storico di notevole spicco, sebbene viva un presente economico molto incerto. La scelta dei siti Patrimonio dell’Umanità, in ogni caso, non va vista come una semplice lista, ma come un tentativo per tutelare ciò che il genio umano è riuscito a produrre, da quando ha capito come esprimere la propria creatività fino ad oggi ed anche il tentativo di tutelare le opere d’arte più belle della natura. Dunque la nomina di tali siti è un monito alle presenti e future generazioni, poiché l’uomo è capace di creare meraviglie, ma anche folli ed inutili distruzioni.