Scambio elettorale politico-mafioso, tutti assolti

Tra gli imputati nel processo scaturito dall'inchiesta Reale sei anche l'ex sindaco di San Luca
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di Ilario  Balì
21 aprile 2018
07:15

Si chiude con quattro assoluzioni il processo, svoltosi con il rito ordinario, derivante dall’indagine della Dda reggina denominata “Reale sei”. Il Tribunale di Locri, Fulvio Accurso presidente con a latere Carmela Foresta e Gabriella Logozzo, ha assolto con la formula de “il fatto non sussiste”, l’ex sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi, Giuseppe Pelle, classe 1960, Sebastiano Pelle, classe 1971, e Francesco Strangio, classe 1954. Per tutti gli imputati il pm antimafia Francesco Tedesco aveva richiesto la condanna ed in particolare cinque anni di carcere erano stati richiesti per Giorgi mentre per gli altri tre imputati la richiesta ammontava a sette anni e sei. L’inchiesta “Reale sei” ha monitorato l’attività politica di Santi Zappalà, ex sindaco di Bagnara Calabria ed ex consigliere regionale. Per la Dda Zappalà, proprio in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria del 28 e 29 marzo 2010 alle quali era candidato nella lista del PdL avrebbe promesso e successivamente consegnato a presunti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Pelle, alias “Gambazza” di San Luca, una cospicua somma di denaro (consistita in 10 assegni di 10mila euro ciascuno) per ottenere a proprio vantaggio un pacchetto di voti che la ‘ndrina sarebbe stata in grado di procurare a San Luca e dintorni.


Zappalà verrà eletto in seno a Palazzo Campanella con oltre undicimila preferenze. Per questa indagine l’ex consigliere regionale è stato condannato nel primo grado del troncone in abbreviato a 4 anni e 3 mesi di reclusione. Il gup distrettuale lo ritenne responsabile all'esito del primo grado di aver pagato pacchetti di voti ai clan della Locride per ottenere l'elezione nella tornata elettorale del 2010. Nonostante quindi la sentenza emessa nel troncone abbreviato oggi il Tribunale di Locri ha assolto tutti gli imputati alla sbarra decretando così il “crollo” dell’impianto accusatorio della Dda dello Stretto.

Giornalista
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