Lecce-Bari, 21 marzo 1993

LECCE (di Italo Aromolo) – Chi la vede non la fa, chi la fa non può vederla… È il paradosso della coreografia, quel disegno che per pochi istanti tiene insieme – non solo metaforicamente – migliaia di persone sotto un’unica bandiera, all’insegna di due colori. Più cuori che si fanno uno, per incantare il bambino che solleva lo sguardo verso la Curva o infondere carica nel calciatore che entra in campo: tante sono le sfaccettature emotive di una delle più belle espressioni del tifo e molte ne abbiamo viste allo stadio “Via del Mare” da quando a Lecce esiste il fenomeno del tifo organizzato.

Lecce-Bari, 30 dicembre 1990

L’ardore campanilistico dei derby contro il Bari ha fatto da sfondo a molte delle coreografie, soprattutto fino agli Anni Duemila: il tema scelto per la straregionale del 1993, ad esempio, è stato un sole giallo con i suoi raggi rossi ad occupare una Curva Nord ammantata di rosso, come in uno dei fiabeschi tramonti salentini; mentre un grande drappo con la presenza dell’allora sponsor Dreher venne realizzato nella partita contro i biancorossi della stagione 1990/’91.

Lecce-Bari, 11 dicembre 1999

Anche nel derby del 1999 è stato ripreso lo stile del grande telone unico. Vi campeggiavano i principali monumenti che caratterizzano la Città di Lecce, in un momento storico in cui il capoluogo salentino era all’inizio del proprio processo di valorizzazione culturale e la consapevolezza di vivere in un gioiello barocco, da esporre orgogliosamente, iniziava a farsi strada.

Lecce-Reggina, 16 maggio 2004

Coreografia è stata anche arte pura, come quella scritta “Ultrà” che, nella sua perfezione geometrica di linee, avrebbe fatto invidia ai professionisti del disegno: parliamo di Lecce-Reggina in cui si festeggiava la raggiunta salvezza in Serie A nella stagione 2003/’04.

Lecce-Padova, 15 settembre 1996.

Altre volte, l’intento è stato quello lanciare un messaggio di lotta politica o culturale ed è il caso di Lecce-Padova del 1996, quando sempre la Curva Nord si tinse del Tricolore italiano in segno di protesta nei confronti della marcia secessionista organizzata in quei giorni lungo il fiume Po dalla Lega Nord di Umberto Bossi.

Lecce-Parma, 19 giugno 1988

Ma se è vero che la Nord ha rappresentato da sempre l’attore protagonista, anche la Tribuna Est ha recitato la sua parte nello spettacolo giallorosso: nel 1988 la promozione nella massima serie fu celebrata da una gigantesca “A” giallorossa occupante quasi tutto il settore superiore (il “Crescent“), per una festa di popolo che nemmeno la beffarda pioggia finale a dirotto (il 19 di giugno!) riuscì a rovinare. Peccato però che quell’enorme drappo, tirato giù contemporaneamente da tante mani, finì per lacerarsi all’altezza della cucitura destra della banda giallo e rossa che faceva da cornice…

Lecce-Bari, 6 gennaio 2011

Nel 2011, nel derby vinto 1-0 dal Bari, la stessa tribuna sfilava a quadrettoni giallorossi, con la gigantografia dello stemma dell’U.S. Lecce e la scritta “Salento is not Puglia” dietro cui si celano i mille motivi identitari che vorrebbero autonomo lo spicchio di territorio a sud del capoluogo regionale. E questa rimane l’unica coreografia degli ultimi 10 anni, quando in tempi moderni organizzare siffatti spettacoli è diventato sempre più difficile per le nuove normative sull’introduzione di materiali negli stadi ed è venuta meno un po’ di quella magia che in passato tra tamburi e maggior colore animava le Curve d’Italia. Ma quello che nessuna regola potrà confinare alla melanconia di un tempo passato è l’eterna passione della gente, che fa sì che quel settore del “Via del Mare” sia sempre pieno in ogni ordine di posto. Perché la coreografia è l’unione delle persone fisiche, per un istante, ma l’immateriale legame tra cuori, grazie a un ponte chiamato Lecce, è perenne e vale molto, ma molto di più.

Ecco la photogallery completa di queste ed altre coreografie nella storia più o meno del Lecce:

 

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