Castello Medievale di Vicalvi

Alla sommità dell’omonimo borgo (circa 600 m), si erge maestoso il Castello di Vicalvi. s. I primi contrafforti appenninici abruzzesi si ergono alle spalle del l.m., in un paesaggio ameno che contrasta con la cruda immagine che la monumentale fortezza si offre: domina la conca di Posta Fibreno. È uno dei castelli più orientali della regione, a ridosso del confine con l’Abruzzo, e uno dei suoi maggiori esemplari. Si trova su una collina tra la Val di Fibreno e la Val di Comino in Ciociaria.

Le origini del Castello di Vicalvi

L’imponenza dei resti del castello invita i visitatori ad esplorarlo. Il Castello di Vicalvi presenta una catena prolungata perché ogni rudere è la conseguenza di vicissitudini storiche. Una narrazione intrigante e di ampio respiro. In realtà, si sviluppa nelle zone in cui Alba fu fondata dagli antichi Volsci, un popolo che viveva in queste regioni prima dell’arrivo dei Romani e dell’estensione delle loro conquiste. Il nome di Alba variò inizialmente da Terra Vici Albi a Terra Vicalvi Albu prima di diventare infine toponimo da cui si dice tragga il nome. Per sorvegliare la Val di Comino e, in particolare, la frazione di Vicalvi, nell’Alto Medioevo fu eretto un castello.

Si ritiene che il maniero abbia origini longobarde, nonostante le informazioni pervenuteci siano frammentarie. Le prime notizie risalgono all’VIII secolo d.C., quando i Longobardi entravano e invadevano la nostra Penisola, oltre a conquistare le vicine Sora, Arpino e Arce.

Il periodo del Cassinate

Nel secolo successivo, cioè a partire dal 900 d.C. Vicalvi fu prima attaccata dai Saraceni e poi saccheggiata dagli Ungari, prima di diventare un possedimento dell’Abbazia di Montercassino. Il riallestimento e la ristrutturazione della fortezza furono ipotizzabili grazie all’interessamento dell’abate Aligerno tra questo periodo e quello in cui si sottomise al monastero benedettino.

La fortificazione del castello

Il castello di Vicalvi fu ritenuto troppo vulnerabile nel XVI secolo a seguito della scoperta e dell’uso della polvere da sparo. Di conseguenza, fu utilizzata una scarpa per avvolgere la metà inferiore della cortina e le torri. Al contrario, una torre circolare era appoggiata sull’attuale rampa che conduce all’ingresso. Molto probabilmente si trattava della base di un ponte levatoio che nel frattempo è stato demolito. Alla fine, a nord del Castello di Vicalvi, fu eretto un terzo muro con torri quadrate. Questo sforzo, tuttavia, non andò a buon fine.

Da Carlo V alla Seconda guerra mondiale

Gli attacchi francesi e spagnoli di Carlo V attraversarono il Castello di Vicalvi. Tuttavia, poiché i soldati tedeschi si trovavano nei pressi della Linea Gustav, decisero di trasformare il complesso difensivo in un ospedale da campo durante la Seconda Guerra Mondiale. Un periodo difficile che ha lasciato un segno indelebile sulle mura. Infatti, un’imponente croce rossa è diventata il logo iconico del castello.

La prima cinta muraria

Il Castello di Vicalvi è una struttura enorme e notevole con tre cinte murarie che rispecchiano una delle sue peculiarità, ovvero che castelli simili si trovano più comunemente sulle Alpi che sugli Appennini. La più esterna è significativamente più bassa della seconda ed è anche la meno conservata. Secondo le fonti storiografiche, questo attributo sembra essere stato presente fin dall’inizio. Ciò avveniva per tenere il nemico in gara e posticipare il suo arrivo.

La seconda cinta muraria

Dopo aver superato un primo cancello, si arriva a un grande prato che circonda la seconda cinta muraria del Castello di Vicalvi. Sulla roccia viva, questa appare più interna ed elevata. Forti torri quadrate delimitano il poligono irregolare su tutti i lati, disegnandone i contorni: la pianta su cui è costruita l’intera struttura. Diverse bifore, attualmente in gran parte murate, dovevano servire ad illuminare le belle camere all’interno del cerchio al piano superiore. Un’enorme colonna solitaria si erge accanto a una salita a forma di “L” a nord-ovest, forse come supporto storico per il ponte levatoio. Si passa poi attraverso una prima porta ad arco a sesto acuto che conduce al vero e proprio accesso al nucleo del maniero.

La sala capitolare e le cucine

Un piccolo corridoio ci conduce nel cortile adiacente all’ingresso. Qui è possibile visitare quella che sembra un’enorme sala capitolare, la cui unica luce filtra da alte bifore allineate lungo gli spigoli delle pareti, circondate da volte a crociera e da un ingresso ad arco; nelle vicinanze si trovano le cucine e resti di cappelle che conservano affreschi. Poiché sembra raffigurare una “Vergine Nera”, uno di questi potrebbe ingannare il visitatore. In realtà si tratta di un restauro fallito che ha portato a questo risultato.

Il camminamento di ronda

La possibilità di aggirare le mura seguendo il camminamento più alto, sul cui pavimento è posizionata una meridiana, rende ancora più suggestiva la passeggiata tra i resti del Catello di Vicalvi. Qui si può godere di una vista che si estende oltre i limiti dell’area, fino al Molise, dove valli e ripidi versanti con pendici boscose si incontrano nello sguardo dell’esploratore rapito dall’espansione del panorama.

Le emozioni che emergono visitando il castello di Vicalvi sono polari: stupore e ammirazione per la maestosità dell’edificio che conserva e che si rivela gradualmente nel corso della visita; angoscia e tristezza nell’osservare come un edificio così magnifico sia stato ormai completamente dimenticato, nonostante tutti i suoi sforzi.

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Via Aia San Giovanni, 03030 Vicalvi Frosinone, Italy

NA

Caratteristiche

Adatto per

Gruppi, Individuale, Coppie, Famiglie

Stagione indicata

Primavera, Estate, Autunno, Inverno

Prezzo a persona

Non specificato

Lingue disponibili

Italiano

Durata / Tempo di visita

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Orari di apertura

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  • 2024-05-08 15:41 ora locale

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