MONTECITORIO

"Lega autonomista solo a parole"

La maggioranza gialloverde boccia alla Camera la proposta del Pd volta a salvaguardare la rappresentanza parlamentare dei territori montani e delle aeree marginali. Borghi: "Hanno gettato la maschera, sono partiti centralisti e nazionalisti"

Ieri in aula alla Camera dei Deputati, in occasione della discussione sulla riforma costituzionale proposta dal Governo sulla riduzione del numero dei parlamentari, il Pd ha presentato un emendamento (a prima firma dei deputati De Menech e del piemontese Enrico Borghi) per garantire la rappresentanza dei territori montani e marginali e di quelli con una bassa densità abitativa, che a seguito della riduzione del numero dei parlamentari rischiano di non essere più rappresentati nel futuro Parlamento a causa della loro dispersione demografica e delle normative elettorali che privilegiano i centri maggiormente popolati. Emendamento che è stato bocciato in sede di votazione dalla maggioranza Lega-M5s, con 275 no (anche Fratelli d’Italia  ha votato contro) e 195 si.

È molto duro nel commentare la notizia il segretario d’aula dei democratici. «Non mi stupisce l’atteggiamento del M5s sul tema – commenta Borghi – da sempre si sono dimostrati poco interessati ai temi dell’autonomia, dei territori e del principio di sussidiarietà. Hanno una visione centralista e accentratrice della democrazia che non condivido ma che posso politicamente capire. Il dato politico della votazione sul nostro emendamento è invece la posizione della “fu Lega Nord”. Hanno gettato la maschera, sono autonomisti a fasi alterne, nelle campagne elettorali parlano e si riempiono la bocca di territori e di autonomia, una volta giunti a Roma si dimostrano per quello che sono: un partito centralista e nazionalista che usa e sfrutta temi delicati e importanti come quelli dell’autonomia come bandiere da sventolare per la convenienza elettorale».

Il tema della rappresentanza territoriale, continua il deputato ossolano, «non è solamente legato all’elezioni pro-tempore dei rappresentanti in Parlamento di queste aree. È più generale e delicato. Un Paese che non riesce a garantire pari rappresentanza ai propri territori è un paese più fragile che rischia di alimentare crescenti diseguaglianze di opportunità per le popolazioni che abitano queste aree causando maggiori costi sociali, ambientali ed economici. Grillini e leghisti stanno costruendo un’Italia più ingiusta e più squilibrata, tagliando democrazia e libertà alle sue parti più fragili. Noi lotteremo contro questa deriva».

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