Freedom Flotilla fa rotta a Napoli

NAPOLI – Mentre in Palestina si conta la tredicesima giornata di marcia per ritornare ai territori occupati in maniera illegittima da Israele, il “Coordinamento Napoli Palestina” organizza l’accoglienza alla FFC (Freedom Flotilla Coalition).

 Freedom Flotilla

è l’imbarcazione che approderà da Cagliari a Napoli tra i giorni 10 e 11 Luglio per poi fare tappa a Palermo, Messina e Cipro, prima di tentare una forzatura al blocco navale imposto a Gaza e al fine di contribuire ad un supporto umanitario per gli abitanti della striscia di Gaza.

La coalizione è composta da attivisti internazionali sensibili alla causa palestinese, che ritengono necessario e doveroso lanciare una denuncia a livello mondiale rispetto ai crimini umanitari di cui lo Stato di Israele è colpevole.

La Striscia di Gaza,

 prigione a cielo aperto, rappresenta una grave contraddizione politica che da oltre 11 anni vede complici silenziosi tutti gli alleati dei sionisti, dall’Egitto all’Europa fino all’America, alleati che riconoscono in Israele il “primo stato democratico del Medio Oriente”, ma che di fatto è responsabile di un assedio storico dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania, ed ora continua a mortificare i diritti dei palestinesi con nuovi giochi di potere per appropriarsi della città di Gerusalemme.

Quello che si vive a Gaza, sul terreno di resistenza di una popolazione privata di tutto, e costretta a propagandare la propria morte come ultimo strumento per denunciare l’attacco più disumano che la storia possa ricordare, è un assedio costante, via terra e via mare.  La FFC dichiara, in particolare, che mettere fine all’assedio navale di Israele sarebbe un primo passo per riportare aiuti umanitari difficilmente concessi, e distribuire le risorse primarie dal cibo ai medicinali, troppo spesso sequestrati e sottratti dal blocco senza alcuno scrupolo.

D’altronde, anche gli attacchi alla coalizione fanno parte di un complessivo e rigido apparato repressivo, che lo Stato sionista cura nei minimi dettagli: lo scorso maggio, lo Stato d’Israele ha attaccato la nave Hurriya con a bordo numerosi civili palestinesi, rimasti gravemente feriti e bisognosi di soccorsi medici urgenti dopo violenti scontri accaduti durante una giornata per la marcia del ritorno.

Ma gli attacchi di Israele sono quotidiani e vedono dalla distruzione di scuole, ospedali, al sequestro dei terreni di coltivazione e ai limiti restrittivi contro agricoltori e pescatori, a cui si susseguono gli abusi di cecchini dietro ogni angolo di strada, che puntano costantemente i loro fucili sulle teste dei palestinesi; così come vedono aumentare le detenzioni amministrative contro chiunque provi a rialzare la testa con delle modalità pubbliche; e vedono scarseggiare di giorno in giorno tutte le ricchezze, incluse acqua ed elettricità, risorse concesse e negate in maniera arbitraria.

Il Comitato di accoglienza Freedom Flotilla

 si aggrega al grido di denuncia e si avvicina al dolore e alla lotta del popolo palestinese, dichiarando, durante la prima conferenza stampa, che la rotta napoletana è ricca di un valore simbolico, nonostante le difficoltà logistiche molto spesso non riescano a raggiungere gli obbiettivi di fornire soccorso umanitario a livello economico e produttivo.

La settimana dal 9 al 15 Luglio prevederà numerose iniziative volte a sensibilizzare tutti coloro che ancora non hanno ben chiaro il contesto di assedio contro la Palestina, con un calendario che chiama alla partecipazione dei 2 presidi al Porto di Napoli, quando due delle navi della coalizione attraccheranno e ripartiranno, rispettivamente mercoledì 11 Luglio alle ore 11:00 e domenica 15 Luglio per salutare l’equipaggio.

Per giovedì 12 alle ore 19:00 numerosi artisti di strada hanno ben accolto l’appello della FFC, e suoneranno presso il Maschio Angioino per la Palestina; mentre la giornata di sabato sarà dedicata a delle discussioni tematiche sull’assedio israeliano con tutti gli attivisti dell’equipaggio presso lo spazio Santa Fede liberata.

E’ necessario più che mai evidenziare e risaltare l’informazione dal basso che la coalizione umanitaria prova a mettere al centro, per dare ogni segnale di solidarietà che possa far uscire dall’isolamento la tragedia che si sta consumando in Palestina.


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