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Atterraggio d’emergenza, due morti Addio a Mura, istruttore all’Allegri

Il Siai Marchetti precipita in un campo vicino all’aviosuperfice di Caorle rimanendo quasi intatto: non ci sono testimoni

Rosario Padovano
2 minuti di lettura

Caorle

Ancora una tragedia aerea sui cieli del Veneziano. A distanza di quasi quattro mesi dall’incidente di Caposile in cui è deceduto il 40enne di Motta di Livenza Eros Antoniazzi, un altro aereo, un Siai Marchetti Sf 260, si è schiantato al suolo alle 13.40 di ieri, nelle campagne della frazione caorlotta di Ca’ Corniani. Hanno perso la vita in due: Franco Mura, istruttore di volo di professione, 70 anni, residente a Campagna Lupia ma originario di Padova dove impartiva lezioni di volo all’aeroporto Allegri, e Roberto Guglielmo Vescovo, 65 anni, nativo di Verona, ma residente a Latisana, docente universitario di Campi elettromagnetici alla facoltà di ingegneria dell’università di Trieste. La tragedia si è consumata nei pressi dell’aviosuperficie Alicaorle, con pista in erba, da dove il velivolo si era levato in volo alle 12. Le salme, dopo la rimozione, si trovano da ieri sera a Portogruaro, nel cui obitorio sono state trasportate. Sono a disposizione della Procura di Pordenone.



Vescovo e Mura avevano un programma studiato nei minimi particolari. Dopo aver sorvolato Venezia, si sono diretti a Treviso, raggiungendo Bassano e Thiene. Da qui si sono diretti verso il litorale veneziano, per rientrare all’aviosuperficie e incontrare i loro amici che erano nel frattempo andati a mangiare in una locanda di Ca’ Corniani.



Non ci sono testimoni dello schianto, avvenuto in un campo agricolo compreso tra una casa colonica di Strada Tezzon e l’Alicaorle. L’allarme è stato dato da alcuni automobilisti di passaggio, che hanno avvertito tre carabinieri della stazione di Caorle, compreso il vicecomandante Longo. Sul posto si sono precipitati gli infermieri e il medico del Suem 118, atterrati con l’elicottero Leone 2 partito da Treviso. Inutile il loro lavoro. I corpi dei due erano martoriati, soprattutto nella zona frontale.



Al lavoro anche i vigili del fuoco, giunti con l’elicottero Drago 81, e la Polizia locale di Caorle, che ha dato il suo contributo per i rilievi. Gli amici che avevano aiutato entrambi a far decollare l’aereo sono affranti. Si sono accorti dell’incidente mentre rientravano dal pranzo consumato poco distante: «Vescovo quando veniva a Caorle era sempre contento. Mura era un socio storico del club Al Volo. Un grande appassionato e competente. Parla per lui la carriera da istruttore».



La dinamica del sinistro non è chiara. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta sull’incidente, disponendo l’invio di un proprio investigatore. Nel corso del pomeriggio ha aperto un fascicolo anche la Procura di Pordenone con il magistrato di turno Andrea Del Missier. Valuterà se disporre o meno l’autopsia (ma le cause di morte sembrano chiare, appunto un politrauma) e quanto prima nominerà un perito tecnico, di sua fiducia, che dovrà fare le opportune valutazioni per stabilire le cause. Al momento non si capisce perché il vettore sia precipitato. Tre le ipotesi: errore umano, mancanza di carburante, cedimento strutturale.



Il Siai Marchetti Sf 260 era di proprietà del docente universitario che tentò anche la carriera politica alle amministrative di Latisana nel 2006. Vescovo lo conservava come un gioiello nell’hangar dell’aviosuperficie da diversi anni, pur non essendo socio né dell’Alicaorle né del Club che raduna gli appassionato “Volo al mare”. Si tratta di un vettore di tipo militare, utilizzato dagli allievi delle scuole di volo destinati a pilotare i caccia. Aveva doppi comandi. Compleanno amaro per Alicaorle, fondata 10 anni fa grazie a un investimento di due milioni. Arrivano qui da tutto il Veneto e dal Friuli. L’hangar dispone di ben 50 posti per velivoli, molti dei quali di proprietà di turisti stranieri. —

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