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Fatturazione e credito sparito benzinai sul piede di guerra

La protesta della categorie per i nuovi adempimenti e rimborso previsto e poi cancellato «Stretta sui pagamenti»

Serena De Salvador
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(ansa)

PADOVA. Se la fatturazione elettronica terrorizza molti professionisti, una categoria la soffre in modo particolare. Sono i benzinai che, oberati «da costi esorbitanti a fronte di guadagni minimi», minacciano rappresaglie. Lo rende noto Massimo Paggetta, segretario provinciale Ascom dei gestori.

La fattura elettronica (quindi i pagamenti tracciabili, che sono la maggioranza) ha acuito il problema di una tassazione sempre più opprimente, che si traduce in più costi. «Un vero salasso considerando l’alto numero di transazioni e il misero guadagno netto (meno del 5 per cento)». Per sopperire, l’anno scorso il governo aveva approvato un credito di imposta in favore dei benzinai, rimborso a cui ciascuno aveva diritto in base agli oneri. Aveva, perché il credito non è mai stato erogato (per beghe burocratiche) e ora, con il Decreto semplificazioni, è stato cancellato. A rendere grottesca la vicenda è il fatto che il rimborso fantasma compare comunque nella dichiarazione dei redditi e viene perciò tassato. Dunque il benzinaio paga il servizio per la fatturazione elettronica, paga per incassare i pagamenti con carta (servizio gestito dal monopolista Nexi che negli ultimi mesi ha raddoppiato le tariffe) e paga le tasse su un rimborso mai ottenuto. Situazione ingiustificabile per Ascom che ha ideato una protesta simbolica. Dal primo febbraio i benzinai aderenti non accetteranno più pagamenti con carta di credito. Al netto di quelli in contanti che non prevedono fatturazione elettronica, il documento sarà rilasciato solo a chi pagherà con bonifico o assegno circolare. Mossa provocatoria, perché è alquanto improbabile che un cliente esegua il bonifico e armato di ricevuta si presenti al distributore.

«Sappiamo di colpire i clienti» commenta Ascom «Ma vogliamo farci sentire». A livello nazionale è stato approvato uno sciopero, ma la sezione padovana lo considera una extrema ratio. E allora si va di provocazione: «Un ritorno all’assegno ha il sapore di un ritorno alle auto d’epoca» conclude Paggetta. —

Serena De Salvador

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