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Il funerale al Santo finisce in Procura: addio al “camerata” e saluto romano

Militanti di Forza Nuova e il leader Fiore alle esequie di Andrea Visentin. Informativa della Digos per apologia del fascismo

Enrico Ferro e Alice Ferretti
4 minuti di lettura

PADOVA. “Camerata Andrea Visentin”. “Presente”, gridano all’unisono una cinquantina di militanti dell’ultradestra padovana. Sullo sfondo c’è la Basilica del Santo, utilizzata in via del tutto eccezionale per un funerale: quello di Andrea Visentin, dipendente della Veneranda Arca del Santo ma anche segretario regionale di Forza Nuova.

L’addio al quarantaquattrenne che si è spento dopo una grave malattia si è trasformato, sul finale, in una parata fascista. O almeno questo è ciò che ipotizza la Digos di Padova, che ieri ha inviato in Procura un fascicolo con le ipotesi di reato di manifestazione non autorizzata e apologia del fascismo.

«Sì, è vero. L’abbiamo fatto. È il nostro modo di salutare chi abbraccia questa fede politica» dice a testa alta Luca Leardini, segretario provinciale forzanovista. Che non si nasconde e, anzi, rivendica la paternità dell’iniziativa.

L’addio a Andrea Visentin è stato anche un ritrovo della destra sociale padovana in tutte le sue declinazioni, dalla politica alla curva del Calcio Padova. C’erano il leader nazionale Roberto Fiore, quello del nord Italia Luca Castellini e una marea di simpatizzanti. Tutti uniti nel ricordo di Andrea.

«Abbiamo rispettato la sacralità della Basilica del Santo» spiega Leardini. «In chiesa non abbiamo fatto nulla. Ci siamo organizzati per salutarlo in via Belludi. E così abbiamo fatto. È un saluto spontaneo della destra sociale di Padova a una persona che ha vissuto all’insegna del rispetto. Ci siamo fermati solo tre minuti. Sono stato io a volerlo e a organizzarlo».

A osservare la scena, però, c’erano gli uomini della Digos, presenti in borghese per monitorare la situazione vista l’alta concentrazione di esponenti dell’estrema destra. I cori e i saluti romani all’ombra del Santo sono diventati oggetto di una informativa inviata in Procura, dove un pubblico ministero dovrà valutare se contestare o meno i reati suggeriti dalla polizia. Tra i nomi indicati c’è quello di Luca Castellini, che ha officiato il momento immediatamente precedente a quello delle mano tese al cielo.

La Basilica era gremita, quasi come il giorno di Natale. Fiori, lacrime, applausi commossi. È stato un funerale partecipato quello di Andrea Visentin. A celebrare la funzione è stato il rettore del Santo, padre Oliviero Svanera.

«Ho conosciuto Andrea quando ha iniziato a lottare contro il male. Era una persona che amava la vita, come mi ha detto la sua compagna Alessandra “era come un cavallo al galoppo”. Una persona fedele, generosa, amata, e sappiamo quanto sia difficile. Ha sempre vissuta nella correttezza e nel rispetto per le idee degli altri, anche nella sua difficile lotta per le sue idee politiche. Si è sempre dedicato con discrezione e dedizione al lavoro. Si è rivolto spesso alla Madonna nella sua malattia».

Parole piene di umanità e affetto verso una persona che frequentava quotidianamente la Basilica come operaio della Veneranda Arca di Sant’Antonio. Dal pulpito sono intervenuti il presidente dell’Arca, Nicola Borotto, che ha portato anche un messaggio dell’ex presidente Gianni Berno. Anche il delegato pontificio, monsignor Fabio Dal Cin ha fatto pervenire il suo messaggio di cordoglio.

Al pulpito è salito anche il leader Roberto Fiore: «In Andrea Visentin non c’erano odio, invidia o pettegolezzo. Ha sempre agito a favore del bene della sua idea e della giustizia. Il suo essere passato al di là non è una perdita, ormai è un uomo che sta accanto a Dio. Con lui perdiamo un combattente vicino a noi ma ne conquistiamo un altro che dall’alto dei cieli ci dà protezione».

Il quarantaquattrenne è stato ricordato anche da parenti e amici. Hanno speso parole per lui due cugini e Marco, un caro amico. Tutti interventi a cui è seguito un lungo applauso. Alcune amiche della compagna Alessandra hanno letto una lettera scritta da quest’ultima: «Avrei voluto chiederti di restare, ma non sarebbe stato giusto, sarebbe stato egoistico. Volevo toglierti la sofferenza».

Al termine della funzione c’è stato il corteo con il feretro in testa. I militanti di Forza Nuova si sono fermati in via Belludi e, dopo essersi fatti il segno della croce, hanno salutato Andrea tutti schierati col braccio destro alzato. «Sei stato il nostro esempio e lo sarai per sempre», ha gridato Luca Castellini prima che il feretro ripartisse per essere caricato sul carro funebre.

***

COMUNICATO STAMPA

*Il Mattino di Padova vada a scuola di diritto, di giornalismo e... di etica professionale. E l'On. Alessandro Zan... torni a fare l'ingegnere*

La dirigenza regionale di Forza Nuova esprime tutto il suo sdegno per l’infame sciacallaggio mediatico appparso oggi sul quotidiano Il Mattino di Padova. 

È del tutto evidente infatti l’uso anzi l’abuso del diritto di cronaca per trasformare un fatto estremamente delicato come il saluto estremo ad una persona, ancorché capo politico di una determinata area, in un circo mediatico. 

Perché il professionista in questi casi, abbassa la macchina fotografica e chiude il taccuino, non va alla ricerca della polemica peraltro sterile pur di guadagnarsi qualche misero onore in redazione. 

Ieri abbiamo accompagnato il nostro capo, non abbiamo fatto una “parata fascista”, spregevoli pennivendoli di provincia!

Ieri abbiamo pianto un fratello che ci ha guidato per molti anni. 

Ieri abbiamo salutato un camerata prima del suo ultimo viaggio. 

Sì, cara Alice Ferretti e caro Enrico Ferro, abbiamo “salutato”! Noi salutiamo così e saluteremo sempre così un camerata. Fatevene una ragione. 

Come se l’è fatta pure ormai da tempo la giustizia: più volte infatti la Cassazione ha dovuto esprimersi per le medesime istanze di condanna, respingendole puntualmente, giacché - ficcatevelo bene in testa - “non costituisce reato se l’intento è commemorativo e non violento”. 

E che dire del penoso e squallido intervento dell'on. Alessandro Zan (che solo "Il Mattino" poteva in effetti ospitare tra le sue colonne...)?

Zan, l'attivista gay che cambia più partiti che mutande (il che è tutto dire...); il genio politico patavino che fondò il partito anti-PD (SEL) salvo poi entrare nel PD una volta che SEL si sciolse. Insomma un ingegnere attivista gay prestato alla politica, uno di quelli che vorremmo vedere a decine, a centinaia, ovunque... giacchè tutto ciò che tocca muore. 

Ecco, a questo solone della politica consigliamo di guardare meno cartoni animati e andare piuttosto a lezione privata di diritto e di prendersi un bravo avvocato: non vorrà certo mancare (magari invocando l'immunità parlamentare) all'appuntamento che gli daremo in tribunale ove gli chiederemo di dimostrare come l'estremo saluto che abbiamo tributato all'amico possa anche lontanamente aver "evocato odio e squadrismo". Si faccia coraggio, onorevole, e lo dimostri. Diversamente saremo lieti di annoverarla tra i già molti benefattori del nostro movimento.

Il vostro è solo uno schifoso sciacallaggio e non lo tollereremo oltre.

Ufficio Stampa Forza Nuova Veneto


 

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