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La sfida di Renzi a Zaia: «Voleva l’autonomia e ha fatto il salva-Roma»

L'ex premier in Fiera a Padova con 400 persone: la Lega al governo ha dato i soldi per ripianare il passivo della capitale, con i denari e le tasse dei veneti

Claudio Malfitano
2 minuti di lettura
Matteo Renzi sabato sera in Fiera a Padova 

PADOVA. «Qui a Nordest, qui nel Padovano, dove è più forte il consenso della Lega cadrà l’impalcatura del governo. E cadrà sugli schei, sugli errori fatti in economia». È un Matteo Renzi in versione “Nostradamus” quello che non sale sul palco preparato nel padiglione 11 della Fiera. Resta giù e il suo show-presentazione del libro lo fa in mezzo alla platea di quasi 400 persone. Non c’è il pienone di big, come una volta. Ma molti dirigenti e parlamentari, non solo renziani.

Renzi a Zaia: perché non contesti i soldi del governo al Comune di Roma?



Da Padova l’ex premier lancia una sfida anche al governatore leghista: «Ehi tu, presidente Zaia, tu che avevi parlato tanto dell’autonomia, che ci avevi raccontato l’importanza di questa riforma, come mai non hai ancora aperto bocca rispetto a un governo di cui fa parte la Lega che ha dato per l’ennesima volta i soldi per ripianare il bilancio del comune di Roma, con i denari e le tasse dei veneti? Alla faccia dell’autonomia. Doveva liberare i veneti e ha fatto il salva-Roma».

La caduta degli schei Il messaggio è chiaro: sarà la crasi tra le promesse e la realtà che punirà il governo giallo-verde. Al Sud sull’assistenzialismo e il reddito di cittadianza, al Nord sull’economia. «Si dice qui casca l’asino, noi potremmo dire che qui casca il Salvini – anticipa Renzi – Sarà il Nordest a bloccare questi signori. Perché là dove è più forte il consenso, là verranno i nodi al pettine. La Lega, che qui ha ottenuto un grandissimo risultato, vedrà crollare l’impalcatura del governo proprio per colpa degli errori di gestione del bilancio del Paese».

Rischio patrimoniale L’analisi economica dell’ex premier si basa sui numeri: «Se va bene la crescita è zero, se va male andremo in recessione – osserva – Per la finanziaria vanno trovati 17 miliardi, ma prima delle elezioni europee non si muoverà nula. Dunque i soldi si troveranno in sei mesi, da luglio in poi. Su base annua sono 34 miliardi. Pensate che i famosi 80 euro valgono 9 miliardi, l’Imu ne vale 3. Allora come faranno? Fanno una patrimoniale o aumentano l’Iva. Oppure entrambi».

Ironia sui cinque stelle Dopo le stoccate al Carroccio, l’ex premier usa l’ironia sugli esponenti del Movimento Cinque Stelle. «Se uno dei miei ministri, metti Poletti, si fosse affacciato dal balcone di Palazzo Chigi e avesse gridato che aboliva la povertà, avrei chiamato l’ambulanza per un Tso», è la prima battuta. E poi ancora: «Dire Di Maio è dire cultura è un po’ un ossimoro. Come dire intelligenza artificiale e poi dire Toninelli».

Pochi big in prima fila Non sono più i tempi da premier, in cui riempiva interi padiglioni. Ieri lo spazio in Fiera era più ridotto. In prima fila i big del partito più convinti come renziani: i parlamentari Zan e Ferrazzi, il segretario Bisato, l’assessore Bressa, i segretari Ivis e Tramarin. A sorpresa anche Alessandra Moretti. «È un governo di bugiardi, cialtroni e incompetenti. E anche pericolosi», ha attaccato Zan per arringare la folla prima dell’arrivo dell’ex “rottamatore”. —


 

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