6 aprile 2019 - 10:19

Marocco-Spagna-Milano: arrestati venti grossisti del traffico di hashish

Le indagini, condotte dai carabinieri, sono partite da Varese e hanno portato a scoprire un’organizzazione criminale transnazionale che avrebbe fatto arrivare in Lombardia tonnellate di droga: in manette sei trafficanti italiani e quattordici iberici

di Redazione Milano online

Marocco-Spagna-Milano: arrestati venti grossisti del traffico di hashish
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Marocco-Spagna-Milano. Venti persone sono finite in manette, sabato mattina, accusate di far parte di una organizzazione criminale transnazionale per il traffico di hashish importato a tonnellate dal Paese nordafricano, passando per la Spagna. Le indagini svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese, coordinate dal procuratore aggiunto Antimafia di Milano Alessandra Dolci e dal pm Adriano Scudieri, sono partite dopo l’arresto di alcuni grossisti della droga nel varesotto, e hanno portato a individuare la rete costituita da sei trafficanti italiani, residenti a Milano e Rho, e 14 iberici.

L’erede di «Mamma eroina»

A gestire il traffico di droga, per gli investigatori, era Denis Sarro. L’uomo, 34 enne, è compagno della nipote di Maria Serraino, «regina» dello spaccio di eroina in piazza Prealpi a Milano negli anni ‘80, per conto dell’omonima cosca della `ndrangheta reggina. Serraino, conosciuta come «mamma eroina» o «la Signora», originaria di Cardeto (Reggio Calabria), era la cugina di Paolo Serraino, capobastone del reggino. Denis Sarro, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, era già finito in manette nel giugno del 2018 durante un blitz dei poliziotti spagnoli a Malaga, dove si era rifugiato per sfuggire ad un’ordinanza emessa dal Tribunale di Milano.

La rotta della droga

La droga era destinata al mercato italiano delle regioni nord occidentali e della Campania e veniva trasportata in nave e poi su camion, a tonnellate, partendo dalla Spagna. Lì vi arrivava via gommone dal Marocco: così si muovevano i trafficanti di hashish finiti in manette. L’indagine, avviata nei primi mesi del 2018, è stata condotta sotto la supervisione di Eurojust, per la cooperazione giudiziaria tra Paesi dell’Unione Europea. Gli inquirenti hanno documentato diversi grossi carichi di droga. Il primo, una tonnellata, passato per lo stretto di Gibilterra, nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile del 2018, ed in parte ceduta nel Milanese, la seconda di 300 chili, importata a maggio, e l’ultima di 370 chili, parte dei quali è arrivata in Italia il 25 giugno del 2018, nascosta all’interno di un tir carico di arance proveniente da Barcellona e sequestrata al mercato ortofrutticolo di Pagani (Salerno).

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