18 aprile 2019 - 11:29

Bernareggio, Pino diventato Yusuf: l’autista che ha abbracciato il jihad

Il 24enne palermitano Giuseppe Frittitta arrestato per terrorismo: voleva diventare un «lupo solitario» dell’Isis. Si era convertito all’Islam anni fa in Sicilia e in Brianza aveva incontrato un giovane marocchino radicalizzato

di Salvo Toscano

Giuseppe Frittitta, 24 anni, palermitano, e alcune delle armi sequestrate (Ansa) Giuseppe Frittitta, 24 anni, palermitano, e alcune delle armi sequestrate (Ansa)
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Due giovani, un italiano e un marocchino, residenti in Lombardia e Piemonte, sono stati fermati mercoledì per terrorismo. Si stavano preparando, secondo gli inquirenti, ad abbracciare la causa dell’Isis, entrando in azione. L’aspirante jihadista italiano si era trasferito in Lombardia l’anno scorso. Lavorava nel Bresciano ed era residente a Bernareggio, nella provincia di Monza e Brianza. Giuseppe Frittitta, palermitano di Aspra, località marittima vicina al capoluogo isolano, si era convertito all’Islam qualche anno fa in Sicilia. Era diventato Yusuf e aveva frequentato la moschea di Villabate, comune alle porte di Palermo. E si era radicalizzato, secondo i magistrati palermitani che ne hanno disposto il fermo: avrebbe messo in atto propaganda jihadista e si sarebbe addestrato per diventare un «lupo solitario» dell’Isis.

È stato arrestato ieri e con lui anche il suo amico marocchino Ossama Ghaffir, diciottenne residente a Cerano, in provincia di Novara. Insieme, i due sono indagati per «istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo e per essersi addestrati per il compimento di atti di natura terroristica».L’operazione della Digos di Palermo coordinata dalla procura siciliana è stata eseguita con la collaborazione delle questure di Monza e Novara.

Frittitta, un camionista di 24 anni, si era trasferito in Lombardia nell’estate dell’anno scorso per lavoro. Frequentando luoghi di culto in Brianza sarebbe entrato in contatto con Ghaffir, che lo avrebbe istigato, e con altri radicalizzati. I due si sarebbero preparati all’uso delle armi, attingendo a video di propaganda, e si sarebbero allenati per raggiungere una condizione fisica idonea a combattere a fianco dei miliziani jihadisti in Siria o per commettere «anche attacchi di tipo suicida contro gli occidentali». Frittitta inoltre avrebbe condiviso materiale jihadista, soprattutto dello Stato Islamico, sul web attraverso i social newtork. Nell’ambito dell’operazione ieri sono anche scattate perquisizioni alla ricerca di materiale di propaganda eversiva.

Nelle conversazioni intercettate, Frittitta e altri radicalizzati si lamentavano tra l’altro del fatto che nelle moschee «a Milano ci sono dei bastardi traditori che collaborano con la Digos». «Meglio crepare che tradire», commentava al riguardo il giovane siciliano, che all’amico aveva anche inviato un selfie con un grosso coltello in mano, a cui si riferiva chiamandolo «mio compare il 26 centimetri».

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