8 febbraio 2019 - 08:31

Milano, la rinascita del Palasharp in stato di abbandono da otto anni

Il Comune ha ricevuto due manifestazioni di interesse di privati che si occupano di eventi e concerti per la riqualificazione dell’impianto. Il progetto è un’arena per l’hokey su ghiaccio per le Olimpiadi invernali

di Andrea Senesi

Milano, la rinascita del Palasharp in stato di abbandono da otto anni
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Ci sono due offerte per il Palasharp «olimpico». «Il Comune ha ricevuto due manifestazioni di interesse da privati per la riqualificazione dell’impianto», ha spiegato giovedì 7 febbraio l’assessore allo Sport, Roberta Guaineri rispondendo in Consiglio a un’interrogazione sulla questione firmata dal leghista Gabriele Abbiati: «Una delle due è già stata formalizzata e la stiamo valutando. Poi verrà indetta una gara pubblica. Le manifestazioni di interesse sono arrivate da due gruppi che organizzano eventi e concerti».

Il presente del Palasharp è un racconto di degrado a abbandono. Eppure la tensostruttura inaugurata nel 1985 (in sostituzione del Palasport crollato per neve) è stata a lungo uno dei simboli musicali della città, un palco che ha ospitato, fra i tantissimi, Frank Sinatra e Bob Dylan. Dal 2011, l’anno della definitiva chiusura, è però successo di tutto. Utilizzata dagli islamici per la preghiera del venerdì, l’area è stata poi colonizzata dai racket di droga e prostituzione. La zona di Lampugnano a un certo punto venne anche inserita nel bando per i luoghi di culto e il terreno andò al Caim (il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano), pronto a realizzare una moschea. Il bando però, nell’estate del 2016, saltò per una serie di irregolarità nelle procedure.

La rinascita potrebbe passare ora dal dossier olimpico: l’ex Palasharp dovrebbe diventare, stando almeno ai documenti depositati al Cio, un’arena per l’hockey su ghiaccio. La riqualificazione della zona è una anche una lotta contro il tempo. «I lavori, iniziati il 15 gennaio con una prima fase di messa in sicurezza del perimetro del Palasharp, si concluderanno entro la fine di marzo. Il rispetto di questa scadenza è necessario anche perché la struttura sarà oggetto di un sopralluogo di una delegazione del Comitato Olimpico nel corso del mese di aprile», ha raccontato la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo. Nella lettera inviata dal Comune alla prefettura si spiega che il lavoro proseguirà «nelle prossime settimane con il posizionamento fra l’ex Palasharp e la tensostruttura usata per la preghiera dei musulmani di una fila new jersey alto 2,80 metri per dividere le due aree. Infine si procederà con un ulteriore rafforzamento delle cancellate del perimetro più interno della struttura in modo da impedire l’accesso al tendone da parte di persone non autorizzate». Sull’ex Palasharp pende oltretutto una sentenza della giustizia amministrativa che prescrive che nel caso non si trovasse «nei prossimi mesi» un privato pronto a investire, spetterebbe al Comune l’onere delle demolizione della tensostruttura. Il costo è superiore ai 600 mila euro.

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