26 gennaio 2019 - 07:29

«Sui biglietti Atm un ricatto politico»: affondo di Sala contro la Regione

Rincari, il Pirellone frena ed è scontro La replica: «L’autonomia serve ad altre cose». Venerdì l’ultimo tentativo di mediazione. Poi lo stop al dossier cancella mesi di dialogo

di Pierpaolo Lio

«Sui biglietti Atm un ricatto politico»: affondo di Sala contro la Regione
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È ormai scontro frontale tra Comune e Regione. Il dossier sull’aumento del biglietto del tram cancella mesi di dialogo. Il filo delle diplomazie s’è definitivamente spezzato alle 17.39 di ieri, quando Beppe Sala - dopo l’ennesima telefonata al governatore Attilio Fontana - prende atto dello stop regionale alla manovra sul ticket e si sfoga via social network: descrive una Milano vittima di «ricatti» politici, di «una burocrazia devastante e regole bizantine» che costringono la città a «chiedere il “permesso”» al Pirellone per perseguire le sue politiche tariffarie. Soprattutto, carica a testa bassa contro l’obiettivo più caro a Fontana, quell’autonomia messa come primo punto del mandato alla guida della Lombardia. «Vuole solo più potere», attacca Sala. «L’autonomia deve essere considerata un’occasione storica da tutti - replica Fontana - e non utilizzata come mero strumento per risolvere situazioni contingenti». «Noi andremo avanti», è la sfida del sindaco, che si chiede se l’ostruzionismo non nasconda motivi politici: «Sarà mai che il modello Milano dia troppo fastidio a qualcuno?». E denuncia lo «strabismo» del Pirellone: «Adesso è tutto più chiaro. Regione Lombardia e il suo presidente invocano più autonomia. Detto così potrebbe avere senso. Ma nella realtà quello che vogliono è solo più potere. Perché poi, quando viene richiesto da un grande Comune come Milano di poter aumentare di 50 centesimi il biglietto del trasporto pubblico (lasciando invariato l’abbonamento annuale!) per continuare a migliorare un già ottimo livello di servizio, l’autonomia non piace più». E allora «non condivideremo mai istanze autonomiste che premiano solo le Regioni, perché passare da un centralismo statale a un centralismo regionale non porta nessun beneficio, anzi aggiunge un ulteriore livello di compromesso politico».

Le sfide di Palazzo Marino
Olimpiadi invernali

Fin dall’alba, in realtà, il sindaco aveva intuito che non si sarebbe arrivati a una soluzione. Sono da poco passate le 7 del mattino quando Sala, finita la cerimonia in ricordo delle vittime della tragedia di Pioltello, incrocia Fontana, a cui torna a chiedere di dare subito l’ok alla «rivoluzione» del sistema della mobilità pubblica, che trascina con sé il rincaro «salvifico» per le casse comunali con il ticket alzato da 1,50 a 2 euro. Non ci sono altre opzioni: il sindaco esclude «radicalmente» il mini aumento a 1,70 euro. «Non è un capriccio - dice -. Abbiamo bisogno di farlo per continuare a migliorare il servizio». Fontana però prende tempo: chiede qualche ora. Ma Sala perde le speranze. Poche ore dopo, in piazza Scala, è un sindaco furioso quello che aggiorna la giunta sulle trattative. Ai suoi assessori spiega che non c’è più tempo: perché si possa partire ad aprile serve superare in giornata lo stallo. Qualsiasi sarà la risposta - dice - si andrà avanti, anche a costo dello strappo. Se non sarà il Pirellone, sarà allora l’agenzia di bacino del trasporto pubblico a dare il via libera: l’assemblea dei soci, dove il Comune ha di fatto la maggioranza, potrebbe forzare la mano e a metà febbraio approvare una «sperimentazione» del nuovo sistema da mettere in campo in più fasi. Iniziando, ad aprile, dalla «grande area urbana» da 2 euro che riunisce Milano e i Comuni di prima fascia. Il sindaco poi preannuncia che se così sarà, la rottura con la Regione sarà totale. Sarà scontro a partire dal capitolo case popolari e nomine. Ma sul tavolo i dossier congiunti sono tanti: dalla lotta alla piazza di spaccio di Rogoredo ai prolungamenti delle linee del metrò. L’unico al riparo dalla tempesta sembra la corsa alle Olimpiadi 2026.

Anche Fontana incontra la sua maggioranza: nel vertice i partiti di centrodestra non si smuovono dal rifiuto del rincaro e invocano le dimissioni dell’assessore comunale alla Mobilità, Marco Granelli. «La giunta Sala - sostengono - ha preso in giro i cittadini, presentando la vergognosa proposta di aumento come necessità, quando è acclarato che serviva solo a coprire i buchi di bilancio». Segue la telefonata e lo sgambetto di Sala sull’autonomia regionale che spiazza il governatore. «Il sindaco sa bene che una condizione di maggiore autonomia della Regione - osserva Fontana - è essenziale anche per il Comune di Milano per poter proseguire sulla strada di una sempre maggiore capacità attrattiva e di miglioramento nelle offerte di servizi». Inoltre, «la Regione ha il compito e il dovere di guardare a tutti i cittadini lombardi: quelli di Rozzano o Cologno Monzese, così come quelli di ognuna delle zone del capoluogo».

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