9 maggio 2019 - 07:18

Luca Marsico, il socio di Attilio Fontana: «Non ho mai chiesto nulla, io usato per sistemare altri»

Parla l’ex consigliere regionale di Forza Italia «silurato» dal fuoco amico partito proprio dal ras gallaratese: «Caianiello? Mi ha solo ostacolato». E sulla sua nomina: «Ho inviato un curriculum, come gli altri sessanta»

di Andrea Camurani

Luca Marsico con Attilio Fontana (Newpress) Luca Marsico con Attilio Fontana (Newpress)
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«Non ho mai chiesto nulla a Nino Caianiello. Anzi a dire il vero una domanda gliela feci: gli chiesi perché aveva ostacolato la mia candidatura in Regione. E lui non mi rispose». Luca Marsico è l’ex consigliere regionale di Forza Italia «silurato» dal fuoco amico partito proprio dal ras gallaratese finito in manette con l’accusa di associazione a delinquere nella nuova inchiesta sulle tangenti lombarde. Ma l’avvocato varesino è soprattutto il personaggio chiave che Caianiello, finito nelle carte dei magistrati milanesi per i contatti col presidente della Lombardia Attilio Fontana, premeva per «ricollocare» dopo la mancata elezione.

Marsico, ha letto le pagine che la riguardano?
«No, ho letto i giornali, non l’ordinanza. E ho parlato con la Procura di Milano».

Quando?
«Ci sono andato martedì, e sono stato ascoltato come persona informata dei fatti».

Qual è la sua linea?
«Ho detto la verità. Cioè che non ho mai chiesto aiuto a nessuno, figuriamoci a Caianiello. L’ultima volta che l’ho visto è stato l’anno scorso verso il finire di marzo, a elezioni fatte. Ero molto, molto arrabbiato per l’esito. E poi basta, non ci siamo più visti».

Mai andato all’«ambulatorio» (il bar di Gallarate dove Caianiello e i suoi si trovavano per discutere di affari e poltrone)?
«No. Ma se avessi voluto avere rapporti con quell’ambiente non me ne sarei andato da Agorà (associazione della corrente laica di FI) né dal partito. Cosa che invece ho puntualmente fatto».

Perché questo interessamento particolare da parte del «ras» azzurro per trovarle una sistemazione dopo il voto, che secondo i magistrati integra il reato di istigazione alla corruzione?
«Beh, credo che questo andrebbe chiesto al diretto interessato. L’idea che mi sono fatto è di essere stato usato come pretesto per sistemare altri. Io vivo del mio lavoro».

Ha sentito Fontana in questi giorni?
«Sono due settimane che non ci sentiamo. Ma sono pronto a mettere non una, ma due mani sul fuoco per Fontana. Conosco bene i suoi valori e la sua integrità».

L’avvocato Marsico (famoso anche per aver difeso poliziotti e carabinieri assolti dalle accuse per il caso Uva relativo alla morte dell’artigiano quarantenne all’ospedale di Varese dopo alcune ore passate in caserma) è stato socio di Attilio Fontana, che ora ha ceduto le quote dello studio legale di Varese alla figlia per incompatibilità con la carica di governatore. Attualmente Marsico oltre alla sua attività professionale ricopre anche il ruolo di componente esterno nel Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione per un compenso di 11.500 euro l’anno più un gettone di presenza di 185 euro a seduta. È stato nominato con delibera di giunta regionale il 24 ottobre scorso.

Come giustifica questa nomina?
«Ho semplicemente inviato una richiesta alla Regione via “pec” nella quale specificavo il mio curriculum e le mie competenze professionali, valutate poi con un’istruttoria dalla Direzione centrale bilancio e finanza. Dalla delibera si evince che sono state esaminate parecchie candidature, almeno una sessantina per ciascuno dei profili richiesti. Si tratta di un ente di natura tecnica che elabora pareri sugli investimenti regionali composto da 12 professionisti: ne fanno parte geologi, ingegneri, commercialisti ed esperti di diritto, come me».

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