30 maggio 2019 - 19:05

«Paga o scateno la belva», sei anni alla trader che assoldò i boss

La mediatrice finanziaria di Legnano, Paola Galliani, era accusata di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nelle conversazioni telefoniche minacciava di «scatenare la belva». Condannato anche il commercialista suo collaboratore

di Redazione Milano online

«Paga o scateno la belva», sei anni alla trader  che assoldò i boss
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È stata condannata a sei anni di carcere e seimila euro di multa per estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, Paola Galliani la mediatrice finanziaria di Legnano, che per rientrare in possesso di un credito di 60mila euro fece picchiare un imprenditore da due pregiudicati e un complice vicini alla `ndrangheta. Lo ha deciso, in abbreviato, il gup Giusy Barbara che ha condannato anche il commercialista Enrico Verità a 3 anni e 4 mesi e 2 mila euro. Intercettata la donna aveva minacciato di fare «scatenare la belva».

Il giudice Giusy Barbara ha anche inflitto sei anni e seimila euro di multa al narcotrafficante Massimo Emiliano Ferraro, il quale con «la belva» Giuseppe Morabito, ritenuto vicino alla cosca Bellocco-Pesce di Rosarno (Reggio Calabria) - la sua posizione è stata stralciata per la scelta del rito ordinario - e con Federico Ciliberto (3 anni e 4 mesi e 2 mila euro di multa), su richiesta della Galliani, nel gennaio 2017 studio di Legnano dalla trader, hanno pestato un imprenditore usato come prestanome per un’operazione di sospetto riciclaggio di denaro sporco tra Italia, Svizzera e Moldavia. Imprenditore che avrebbe dovuto restituire alla professionista una cifra consistente e il quale non ha denunciato le botte sapendo che l’affare era illegale e nemmeno si è costituito parte civile nel processo in abbreviato: ha solo accettato un risarcimento di un paio di migliaia di euro versati da Ciliberto, l’unico ad aver ammesso i fatti in aula con dichiarazioni spontanee.

L’inchiesta, coordinata dal pm della Dda Alessandra Cerreti, lo scorso ottobre aveva portato a 5 arresti tra carcere e domiciliari. Secondo la ricostruzione, la vittima dopo l’aggressione e le minacce, aveva consegnato 7000 euro (nelle intercettazioni si fa riferimento a 60 mila come ammontare complessivo dell’operazione mentre alcuni parlano di 170 mila) e «i mafiosi di Legnano», come la Galliani li definiva al telefono, dopo il versamento della prima tranche si erano sostituiti alla donna preoccupandosi personalmente di riscuotere il credito. Il pestaggio era emerso dalla intercettazioni disposte nelle indagini che sono sfociate nelle operazioni «Linfa» e «Kerina 2» con le quali l’anno scorso sono stati sequestrati oltre 150 chili di droga e arrestate 17 persone, soprattutto di origini calabresi, per associazione finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti.

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