7 marzo 2019 - 13:42

Madre costringe la figlia a prostituirsi per giocare alle slot, arrestata

La 52enne spendeva anche 400 euro al giorno e per procurarsi il denaro mandava la ragazza nei night club del centro di Milano. La sorella più piccola, di 12 anni, che a sua volta veniva picchiata e umiliata, si è confidata con un’insegnante

di Redazione Milano online

Madre costringe la figlia a prostituirsi per giocare alle slot, arrestata
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Costringeva la figlia 22enne a prostituirsi per poter giocare i soldi alle slot. Un inferno la vita in famiglia, anche per la seconda figlia, una 12enne, che ogni giorno veniva offesa, picchiata con i fili elettrici, spinta al suicidio con frasi terribili. La madre, una 52enne di origini straniere, mercoledì è stata arrestata dai militari della stazione di Milano Vigentino per maltrattamenti in famiglia, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La donna arrestata arrivava a spendere anche 400 euro al giorno giocando alle slot machine del bar sotto casa. Per questo motivo spingeva la figlia maggiorenne a frequentare night club del centro di Milano, dove avrebbe più facilmente incontrato clienti facoltosi.

L’incontro sul bullismo

La vicenda è iniziata nel luglio scorso, quando i carabinieri hanno organizzato un incontro nella scuola frequentata dalla 12enne, nella zona sud di Milano, per parlare di bullismo. Al termine un’insegnante ha raccontato al comandante un episodio che l’aveva preoccupata: una studentessa le aveva chiesto se fosse reato prostituirsi (chiaramente era preoccupata per la sorella maggiore), e da allora sono partiti gli accertamenti sulla ragazzina.

Il filo elettrico

Attraverso le intercettazioni, fatte piazzando dei microfoni negli appartamenti a fianco a quello delle vittime, i carabinieri hanno scoperto che la 12enne, mentre suo padre era fuori Milano, abitava con la madre e una sorella di 22 anni figlia di un altro uomo, anche lui assente. La mamma non faceva che ricoprirla di urla, insulti, picchiarla quotidianamente. In un’occasione la donna è arrivata a confessare a una sua amica che per farla stare zitta ha «usato un filo elettrico»: «Solo così mi obbedisce, si inginocchia e mi dice di smettere», raccontava con nonchalance all’altra donna. «Quando prendo il filo elettrico, si inginocchia davanti a me e si mette a urlare, perdo totalmente il controllo quando ho in mano il filo elettrico, la sorella cerca di difenderla chiedendomi di non picchiarla, io meno entrambe».

Lo sfogo con una madre immaginaria

Una volta la 57enne è arrivata a dire alla bambina: «Diventerai come tua sorella». Da qui i carabinieri sono giunti a scoprire anche la precedente situazione: la sorella ora 22enne, fin da quando era più giovane veniva spinta dalla madre a prostituirsi in night club del centro di Milano, frequentati da «persone famose e politici» perché «così avrebbe guadagnato di più». Tutta la famiglia per un certo periodo ha basato le sue entrate solo su questo «lavoro della ragazza». Ma la donna spendeva tutti i soldi alle slot dei bar di quartiere. La più piccola inoltre era costretta tutti i giorni a svolgere le mansioni domestiche, anche quelle più pesanti: era infatti lei a trasportare in casa le casse d’acqua e altri pesi. Nell'elenco di «vessazioni morali e fisiche» sulla piccola, il gip include il fatto che la madre non le permettesse di «bere acqua per molte ore», e la chiamasse di continuo «bastarda». In un’intercettazione gli investigatori hanno sentito la bambina, per sfogarsi, parlare da sola a una madre immaginaria a cui confessava di volersi uccidere perché incapace di vivere in quel modo. Ora è stata portata in una comunità protetta, mentre la madre è a San Vittore in arresto.

Beccalossi: ludopatia causa di veri drammi

«Una notizia terribile, ennesima testimonianza di come la ludopatia, nelle sue degenerazioni più gravi, possa portare chi ne è colpito a compiere le azioni più mostruose, che spesso hanno proprio nei famigliari le vittime designate», dichiara Viviana Beccalossi, consigliere regionale del Gruppo misto e ideatrice della Legge lombarda contro la ludopatia. «Non mi stancherò mai di ripetere che fino a quando il gioco d’azzardo rimarrà una facile scusa per fare cassa, episodi del genere sono destinati a ripetersi», aggiunge Beccalossi, che parla di «episodio estremo» ma ricorda che «tutti gli studi concordano nel ritenere la ludopatia come causa di gravi problemi economici e di veri proprio drammi che si consumano all’interno delle mura domestiche». «Molto è stato fatto –conclude Viviana Beccalossi – e in Lombardia più e meglio che altrove, come dimostrano i progetti che negli anni scorsi hanno coinvolto oltre la metà di Comuni e centinaia di realtà del terzo settore, così come gli 8,5 milioni di risorse appena stanziate dalla Giunta. Ma episodi come questo ci dicono che serve un vero sforzo, non solo a parole, soprattutto da parte del Governo».

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