9 marzo 2019 - 22:46

Carmela, regina delle televendite
e l’ex amante murato in una villa

Accusata di aver ordinato il delitto: otto indagati

di Federico Berni

Carmela, regina delle televendite  e l’ex amante murato in una villa
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Le immagini che ha pubblicato sui social restituiscono il ritratto di una signora sempre curata, ma non eccessiva. Nel trucco, nell’abbigliamento, nella scelta di gioielli e accessori che non mancano mai, in ogni scatto. Carmela Sciacchitano, classe 1955, pare una donna sorridente, magari un po’ vanitosa, che si gode una vita agiata. Difficile immaginarla nel ruolo di mandante spietata del brutale omicidio di un ex amante, picchiato e strangolato, perché aveva «osato» lasciarla per un’altra più giovane e perché, forse, l’aveva anche derubata di alcuni oggetti preziosi.

Eppure è questa l’accusa che le è stata rivolta, dopo che i carabinieri l’hanno fermata all’aeroporto di Genova con il biglietto per il Brasile in mano. È stata lei, secondo gli investigatori, a reclutare i sicari — ci sono otto persone indagate, cinque delle quali già raggiunte da misure cautelari — che sei anni fa hanno ucciso e fatto sparire il corpo di Astrit Lamaj: pregiudicato albanese è stato ammazzato in provincia di Monza e poi gettato in un pozzo sotto un residence di lusso, nel Milanese. Sarebbe lei che, prima di agire, avrebbe chiesto l’autorizzazione dei reggenti mafiosi di Riesi, il suo paese d’origine in provincia di Caltanissetta. Terra della quale conosce gli ambienti criminali e i loro codici, oltre al senso e ai tempi della vendetta. Lenti, magari, ma inesorabili.

La scoperta del cadavere

I resti di Astrit Lamaj, ormai ridotti a uno scheletro, vengono trovati lo scorso 15 gennaio in un pozzo nascosto sotto una delle pareti della dependance di «Villa degli Occhi», un residence di lusso di Senago, alle porte di Milano.

Non è una scoperta casuale. I carabinieri ci arrivano grazie alle dichiarazioni che Carmelo Arlotta, pregiudicato siciliano trapiantato da anni a Muggiò (Monza), comincia a rendere la scorsa estate alla magistratura. La Procura brianzola (pm Rosario Ferracane) indaga per omicidio e soppressione di cadavere, e nei giorni scorsi arrivano i primi arresti. L’ultimo, ieri, eseguito nel carcere di Sulmona nei confronti di Giuseppe Cammarata, detenuto (come suo padre Pino) per reati di mafia al «41 bis»: il carcere duro.

La vittima

Di Lamaj, immigrato albanese, classe 1971, non si avevano più notizie dal gennaio 2013, quando il fratello denuncia la sua scomparsa ai carabinieri della stazione di Genova Bolzaneto. Nel passato della vittima spuntano precedenti legati a traffici di droga, e un legame sentimentale. Quello allacciato con Carmela Sciacchitano, che ha 16 anni più di lui. La donna vive nel capoluogo ligure da decenni, ma è siciliana. Tra lei e Astrit la relazione era durata circa un anno.

Il precedente

La storia di Carmela, per tutti Carmelina, è quella di una ragazzina che, ancora minorenne, si sposa in Sicilia. Terra dalla quale si allontana dopo la fine di quel matrimonio che regge solo pochi anni. Al Nord lavora come commessa e conosce un gioielliere che fa affari tra la Liguria e la Toscana. Così Carmela si conquista una posizione sociale ed economica. Negli anni Novanta diventa regina delle televendite di gioielli su una tv privata, «Rete A». Quando il commerciante di preziosi muore, si lega a un siciliano che a Genova gestisce diversi bar e locali notturni, mentre Carmela apre un negozio di Compro Oro. Anche questo uomo, secondo quanto racconta sempre Arlotta, sarebbe stato pestato a sangue su ordine della donna perché non accettava la fine della relazione. Gli investigatori non trovano denunce, ma spunta il referto di un ospedale genovese: l’ex di Carmela ha entrambe le braccia spezzate.

L’omicidio nel Monzese

I tasselli tornano al loro posto dopo il ritrovamento di Lamaj. Sciacchitano avrebbe aspettato l’assenso dei mafiosi di Riesi, definiti dagli inquirenti come fedeli a Riina e quindi «sanguinari», per arruolare i sicari, compaesani. L’albanese sarebbe stato attirato a Muggiò col pretesto di una partita di droga. Qui, in un box di una villetta costruita tra la caserma dei carabinieri e il cimitero, viene preso a bastonate e strozzato. All’esecuzione avrebbero preso parte i fratelli Carmelo e Angelo Arlotta, Francesco Serio e Cosimo Mazzola. Ma a stringergli il filo di nylon al collo sarebbe stato Cammarata.

Dopo le notizie trapelate nelle ultime settimane Carmela, intercettata, si agita e pensa di scappare a Maceió, nel Nordest brasiliano. Un paradiso dal quale aveva già postato diverse foto, sempre sorridente e tranquilla.

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