16 marzo 2019 - 07:05

In corteo tre generazioni per l’ambiente, la carica dei 100 mila

Dai bimbi delle elementari ai nonni: l’onda verde per il clima. I promotori: «Eravamo gocce isolate, ora siamo massa critica»

di Elisabetta Andreis e Sara Bettoni

In corteo tre generazioni per l’ambiente, la carica dei 100 mila
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L’onda verde degli studenti in piazza fin dal primo mattino contagia la città. Dai piccoli della primaria ai grandi dell’università sfilano decisi e tra loro genitori, insegnanti, attivisti delle associazioni. Il primo appuntamento del Friday for future, sciopero mondiale per il clima, è per le 9 in largo Cairoli. La risposta è ben più ampia delle attese. «Siamo centomila» diranno i promotori alla fine del corteo mattutino attraverso il centro. Il traguardo viene spostato da piazza Scala a piazza Duomo per la troppa folla. «Grazie per quello che state facendo oggi. Io vi prometto che sul tema dell’ambiente ci sarò», assicura il sindaco Beppe Sala, che sceglie di prendere parte a una delle tante iniziative parallele organizzate in città, la marcia degli alunni della scuola media «Sandro Pertini» di via Boifava. Indossa la fascia arcobaleno confezionata dagli studenti, con la scritta Friday for future. E ricollega la manifestazione a quella antirazzista del 2 marzo. «Il tema dell’ambiente va di pari passo con quello dell’equità sociale. I problemi del mondo partono da qui. È per questo che dall’Africa le persone decidono di attraversare il mare per venire qua. Anche il 2 marzo oltre 200 mila persone sono scese in piazza con questo spirito, ognuno deve partecipare al cambiamento».

A stupirsi della partecipazione anche Sarah Marder, la prima che a dicembre ha iniziato i venerdì di protesta per il clima davanti a Palazzo Marino, sull’esempio dell’adolescente svedese Greta Thunberg, 16 anni appena compiuti. «Siamo passati da poche decine di persone a decine di migliaia. Qui in piazza siamo tutti della stessa tribù. Prima eravamo gocce isolate, ora facciamo massa critica. Tutto grazie a Greta». La piazza del mattino è largamente in mano ai giovani, nel pomeriggio il testimone passa soprattutto alle associazioni, da B.Live a Legambiente a Greenpeace ai Sentinelli, e poi agli attivisti di ogni età. Genitori e nonni si godono lo spettacolo, felici di passare il testimone. «Era ora che i giovani si dessero una mossa — dice Domenico Salvati, 71 anni —, ricorda il ‘68». Fiorella, 70 anni, manda le foto del corteo ai nipoti: «È sacrosanto sollevare il problema. La rivoluzione deve partire dai consumi, io sono pessimista ma i giovani devono farcela». Suor Sara Brenda ha accompagnato gli studenti delle Marcelline. «A scuola abbiamo organizzato un flash mob per i più piccoli, gli iscritti alle superiori sono in manifestazione. Da Natale portiamo avanti un progetto sulla sostenibilità».

I selfie impazzano, la manifestazione è molto «mediatica», le immagini rimbalzano da un profilo Instagram all’altro. Ma tra i ragazzi l’impegno «verde» va spesso al di là degli slogan. «Studio ingegneria ambientale — racconta Giulia Fiantanese, 23enne —. Mi piacerebbe lavorare per la Fao o altri organismi internazionali, essere d’aiuto. Le persone devono capire l’impatto degli stili di vita sul pianeta». In marcia anche Federico Cerletti, Scienze geologiche in Statale: «Essere qui significa metterci la faccia. Milano è meglio di altre città italiane ma deve fare di più». I numeri gli danno ragione. Da inizio anno sono già 45 i giorni con smog oltre i limiti. Ben oltre il «bonus» di 35 giorni neri concessi dall’Unione europea. E la Coldiretti lancia l’allarme sulle riserve idriche: «Dal 21 dicembre a oggi solo 58 millimetri di pioggia in Lombardia, contro i 200 caduti nello stesso periodo dell’anno scorso». Commenta il governatore Attilio Fontana, a margine di un convegno: «Bisogna cercare di invertire la tendenza all’indifferenza. Sono problemi che riguardano l’intero pianeta. La Lombardia può farsi promotrice di iniziative e di un maggiore coinvolgimento ma sono i governi che devono prendere queste scelte».

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