18 marzo 2019 - 11:16

Morte di Imane Fadil, la procura: alta presenza di cadmio e antimonio nel sangue, vigili del fuoco all’autopsia Il giallo e i 13 dubbi

Cautela per il rischio radiazioni. In procura il direttore sanitario dell’Humanitas, l’ospedale dove la 34enne modella è morta. Al via le audizioni dei testimoni. Greco: l’antimonio di quasi 3 volte oltre il range normale, cadmio urinario quasi 7 volte

di Redazione Milano online

Morte di Imane Fadil, la procura: alta presenza di cadmio e antimonio nel sangue, vigili del fuoco all’autopsia Il giallo e i 13 dubbi
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«Dagli esami sui liquidi biologici effettuati sono stati trovati livelli superiori rispetto alla norma di antimonio e cadmio». Lo ha confermato in conferenza stampa il procuratore di Milano Francesco Greco, a proposito delle indagini sulla morte di Imane Fadil, la testimone chiave delle inchieste sul caso Ruby. Prima di pronunciarsi definitivamente sulla vicenda - ha aggiunto il Procuratore - «attendiamo l’esito degli esami autoptici». Greco ha sottolineato che l’antimonio era presente con un valore di quasi 3 volte superiore e il cadmio urinario di quasi 7 volte superiore il range normale.

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La concentrazione di antimonio riscontrata, come anticipato domenica dal Corriere, è di 3 mg per litro contro un range che va dallo 0,02 allo 0,22, mentre il livello del cadmio urinario è di 7 mg per litro contro un range che va da 0,1 allo 0,9. Gli esami sono stati fatti sull’urina e sul sangue. Quest’ultimo però, ha sottolineato il procuratore capo di Milano Francesco Greco, «era stata lavato e sostituito, nonostante ciò i valori di cadmio e antimonio erano elevati». Durante la permanenza in ospedale Fadil fu sottoposta infatti a numerose trasfusioni. Oltre a cadmio e antimonio è stata riscontrata la presenza di molibdeno, cobalto, cromo urinario (7,4 mg/litro) e cromo del sangue (2,6 mg/litro).

Vigili del fuoco all’autopsia

All’autopsia su corpo di Fadil saranno in campo anche i vigili del fuoco «perché hanno un addestramento specifico e strumentazione adeguata per il rischio di radiazioni», ha aggiunto il procuratore capo, precisando che «si procederà prima con l’estrazione di alcuni campioni per le prime analisi», ovvero i carotaggi degli organi (fegato e reni). La Procura di Milano attenderà gli esiti delle analisi sulla presenza di eventuale radioattività sul corpo di Fadil e solo dopo «verrà effettuata l’autopsia, probabilmente tra giovedì e venerdì».

Nessuna comunicazione prima del decesso

Il procuratore Greco ha spiegato che l’Humanitas non ha mai dato comunicazioni ai pm o alla polizia giudiziaria prima della morte di Imane Fadil, che già il 12 febbraio ai medici aveva parlato di un suo possibile avvelenamento. Il 12 febbraio, dunque, venne fatta un’analisi sull’eventuale presenza di arsenico nel corpo che il «22 febbraio diede esito negativo e i medici decisero allora di disporre analisi sui metalli. La conferma del fatto che non ci sia stata comunicazione prima del decesso è arrivato lunedì mattina anche dalla testimonianza di Michele Lagioia, il direttore sanitario dell’Humanitas, dove la 34enne è morta lo scorso 1 marzo. La testimonianza di Lagioia, davanti al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Luca Gaglio, titolari anche dell’inchiesta «Ruby ter» che vede a processo Silvio Berlusconi e altri imputati, si è tenuta al quarto piano del palazzo di giustizia milanese nell’ufficio dell’aggiunto ed è durata oltre due ore. La notizia della morte, come ha detto il pm, è stata comunicata alla procura dall’avvocato della giovane «che ha anticipato la comunicazione dell’ospedale».

Le ipotesi sulla morte

«C’è l’opzione sull’ipotesi di un avvelenamento ma non si esclude che Imane Fadil sia morta per una malattia rara», ha aggiunto Greco, sottolineando che «la priorità della Procura è accertare le cause della morte». «I medici dell’Humanitas -ha aggiunto Greco - hanno cercato di seguire tutte le ipotesi possibili in base alla scienza medica e ad una ad una le hanno scartate trovandosi davanti ad una situazione complessa che non sono riusciti a comprendere».

Altri testimoni

In programma in questi giorni, inoltre, ci sono molte audizioni di testimoni. I pm quindi proseguono con l’attività istruttoria. La loro agenda è fitta, molte le persone convocate come testimoni: medici, infermieri e il personale della clinica di Rozzano dove Fadil è morta e poi, parenti, amici e anche alcune delle ragazze che sono state ospiti ad Arcore o personaggi che la giovane ha citato nei suoi verbali e che sono già stati convocati in aula durante i processi con al centro le feste hot nella residenza milanese di Silvio Berlusconi.

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