22 marzo 2019 - 08:07

Papa Francesco e i liceali nella Casa antibullismo: «Voi giovani siete l’oggi ma conservate le radici»

Nel 2018 assistiti 1.200 ragazzi nel centro pediatrico La rete «Scholas» Gli studenti sono coinvolti nel progetto lanciato nel 2013 e attivo in 190 Paesi

di Giovanna Maria Fagnani

Papa Francesco e i liceali nella Casa antibullismo: «Voi giovani siete l’oggi ma conservate le radici»
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«Benvenuto a Milano, papa Francesco, buon pomeriggio». Sono le 17.30 e Mariachiara, 15 anni, studentessa di San Donato Milanese, parla emozionata con il Santo Padre, che la ascolta in videoconferenza da Roma, dalla sede di «Scholas Occurrentes». Mariachiara frequenta un istituto milanese e, insieme a dieci compagni di scuola si trova, invece, alla Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli, il centro che cura le vittime di bullismo, cyberbullismo, nonché ragazzi che soffrono di anoressia, dipendenze dal web e dai videogiochi: solo nel 2018, da qui sono passati milleduecento giovani, provenienti da tutta Italia.
Mariachiara e i suoi compagni hanno potuto incontrarne alcuni e, grazie a un progetto con gli educatori di «Scholas», hanno dipinto con loro il murales appeso alla parete che ora mostrano a papa Francesco. «Siamo partiti da un lenzuolo di questo ospedale e utilizzando le nostre idee e i nostri pensieri siamo riusciti a realizzare un quadro bellissimo per il suo significato» racconta al Papa, che ascolta, oltre a questa, anche le testimonianze di altri ragazzi collegati da Pistoia e poi da Panama, dalla Romania, dalla Spagna e dalla città portoghese di Cascais. Tutti partecipano ai progetti della rete «Scholas» creata dal Papa nel 2013 e attualmente attiva in 190 Paesi, per coinvolgere i giovani di diverse confessioni religiose in progetti di cittadinanza attiva, attraverso la tecnologia, l’arte e lo sport. È la prima volta in Italia che «Scholas» promuove un accordo con un ospedale.

«I giovani non sono il futuro, sono l’oggi. Sono l’adesso di Dio - ha detto papa Francesco, al termine delle testimonianze -. I giovani hanno una potenza inimmaginabile, ma se diciamo che sono il futuro, diamo loro l’illusione che il loro tempo non arriva. Invece è importante che non restino con le braccia ferme». E Francesco ha poi ripreso le parole di suor Anna, monaca benedettina di Pistoia che aveva raccontato come lei e le consorelle sognino di aprire sempre più il convento alla città. Suore non più giovani, ma che sono riuscite a conquistare l’affetto dei ragazzi «Quello che voglio è che i giovani e gli adulti lavorino insieme, perché se i giovani vanno da soli, perdono le loro radici, perdono il senso della storia. Devono far sognare i vecchi e i vecchi diventare profeti di bene per loro».

I progetti di «Scholas» affiancano il lavoro dei medici e degli psicologi. «L’arteterapia aiuta a esprimere il mondo interno: la parola è un primo mezzo per manifestare il disagio ma le vittime tendono a vergognarsi e nascondersi, così come i bulli, che, nonostante quanto appare, sono ragazzi molto sofferenti», ha spiegato la dottoressa Francesca Maisano, responsabile del centro nazionale sul disagio adolescenziale del Fatebenefratelli. «Il nostro ospedale e in particolare la Pediatria vogliono essere una casa aperta alla città, con una presenza attiva per educare e prevenire i fenomeni di bullismo. Non vogliamo solo pensare a Milano, ma all’Italia» ha detto Alessandro Visconti, direttore generale del Fatebenefratelli. Sul murale dipinto dai ragazzi si vede una mela, che rappresenta il mondo, morsicata da due serpenti. «La mela è la Terra divorata dall’inquinamento, dalla voracità dell’uomo e anche dal bullismo - spiegano Michele, Francesca, Vanessa e Teresa - Papa Francesco ha detto che dobbiamo metterci in gioco. E incontrare le vittime di bullismo è stata un’esperienza importante e che ci ha segnato. Vorremmo rifarlo e magari da grandi diventare volontari in questo ambito».

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