Indagine medico-legale sugli scheletri dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso

  • Le indagini medico-legali sulle reliquie dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso sono state commissionate dalla Basilica di Sant’Ambrogio sotto l’alto patrocinio della Diocesi. «La dimensione storica per il Cristianesimo è irrinunciabile, questa cura per reliquie di valore unico è un esercizio significativo di alleanza tra scienze e comunità cristiana», ha scritto il vescovo Mario Delpini in una lettera all’abate della basilica Carlo Faccendini. Elio Franzini, nuovo rettore della Statale: «Proficua intersezione tra saperi diversi»

  • Il mosaico che raffigura Sant’Ambrogio nel sacello di San Vittore in Ciel d’oro, la cappella paleocristiana nella basilica. Spiega Cristina Cattaneo, ordinario di Medicina Legale dell’Università Statale e direttrice del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof), che ha diretto gli studi: «Sant’Ambrogio aveva una marcata asimmetria delle orbite, un occhio leggermente più infossato e la clavicola destra reduce da una brutta frattura avvenuta quando era ragazzo ma ancora dolorante a distanza di decenni come scriveva lui stesso per lettera alla sorella Marcellina».

  • Quanto ai santi Gervaso e Protaso, si sa che i due corpi furono ritrovati il 17 giugno 386 nell’antica zona cimiteriale, oggi compresa tra la caserma Garibaldi della Polizia di Stato e l’Università Cattolica, grazie a uno scavo commissionato proprio dal vescovo Ambrogio che aveva avuto un «presentimento» sulla presenza di queste reliquie. Secondo la tradizione, i martiri erano gemelli, uccisi per non aver voluto abiurare alla fede cristiana: a Protaso fu tagliata la testa con un colpo di spada, mentre Gervaso morì a seguito dei numerosi colpi di flagello ricevuti. Ambrogio nelle sue lettere descrive il ritrovamento dei corpi di «due uomini di straordinaria statura», e in effetti «gli scheletri sono di due uomini giovani (tra i 23 e i 27 anni), alti 1.80, molto più della media dell’epoca, e reduci da violenze e torture — rileva Cattaneo —. Uno porta i segni di una decapitazione e lesioni alle caviglie, l’altro di una ferita da arma bianca alla mano». L’ipotesi di martirio pare confermata, anche se la studiosa resta cauta. «I santi sono senz’altro due fratelli, ad esempio hanno simili difetti congeniti alle vertebre. La somiglianza farebbe avallare l’ipotesi che fossero gemelli».

  • L’anatomo-patologa Cristina Cattaneo nella basilica di Sant’Ambrogio con le monache benedettine arrivate dall’Isola di San Giulio per le analisi sulle reliquie dei Santi.