Fa autoironia: «Non so perché mi hanno invitato la prima volta, sei anni fa: ero un personaggio altamente improbabile. La cravatta l’ho messa cinque volte, oggi è una di queste cinque». La cravatta è verde leghista, la camicia ha le iniziali ricamate, il completo è blu, le scarpe di vernice. Signore elegantissime e ingioiellate s’infervorano per un selfie, qualcuna con la foga di un’aspirante Brigitte Macron. Lui non si nega. Poi, sorseggia spumante e gusta risotto con ossobuco scomposto. Javarone avverte: «Tornerà da presidente della Repubblica». E lui: «Da re. Scegliamo la monarchia», ma è un sussurro udibile solo ai commensali più vicini fra i 250 paganti, a beneficio dei City Angels.