8 agosto 2018 - 07:13

«Provvedimento di giustizia sociale: molti benestanti tra gli evasori»

di GH.M.F.

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«È un discorso di giustizia sociale far pagare il dovuto a chi se lo può permettere. E il blocco dell’auto, in alcuni casi, è l’unico linguaggio che capiscono». Simone Negri, 38 anni, Pd, è sindaco di Cesano dal 2014.
Il blocco dell’auto è in vigore dall’autunno scorso. Come si è arrivati
a una norma così pesante?

«Avevamo un debito pregresso che ormai superava il milione di euro e ci creava seri problemi. Con le nuove norme di contabilità, i crediti di dubbia esigibilità possono bloccare le spese correnti dei Comuni. A impressionarci è stato il fatto che molti evasori fossero benestanti».

Quanto benestanti?
«Fra loro c’era una coppia con un Suv da 90 mila euro, ormai in terza media e non avevano pagato la pizza dalla scuola materna. Ma nel loro caso è saltato fuori che era totale, non avevano mai pagato anche le altre tasse comunali per questo sono stati segnalati alla Guardia di Finanza».

Come vi comportate invece nel caso delle famiglie in difficoltà?
«Su una cosa non transigiamo: tutti i bambini, anche i figli di chi non paga, devono avere il diritto di mangiare in mensa e tutti insieme, non esiste che si portino da casa un panino. La mensa è un momento di educazione alimentare, che nella nostra società è rara. Per chi è in difficoltà abbiamo istituito proprio un fondo di 40 mila euro. Riusciamo a coprire le morosità fino a 700 euro, per gli altri proponiamo piani di rientro concordati. Per accedere al fondo abbiamo messo il requisito di non avere auto di lusso».

In pratica gli condonate il debito.
«Non proprio. Si fa in modo sempre
che contribuiscano, anche con poco, per abituarli al rispetto delle regole. La difficoltà di riscuotere dovrebbe farci riflettere su un altro tema».

Ovvero?
« A volte i debiti della refezione o altri tributi si accumulano per l’inefficienza degli uffici comunali. Se chiedi subito la regolarizzazione, senza far passare anni, è più facile tenere sotto controllo l’evasione. E poi c’è una vera emergenza culturale. Molte famiglie non hanno alcuna capacità di gestire il loro bilancio familiare e la crisi ha aggravato la situazione, il nostro è un comune con il reddito pro capite più basso in provincia di Milano».

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